Se a evadere il canone non è solo la classica casalinga di Voghera, ma io fenomeno riguarda anche il mondo delle imprese private e pubbliche, allora per viale Mazzini sono problemi. Si stima infatti che i locali pubblici in Italia siano circa 960mila, tra bar, ristoranti, pub, alberghi, enti, amministrazioni pubbliche, circoli e aziende, ovvero tutte quelle attività commerciali in possesso di uno o più televisori usati fuori dall'ambito familiare. Tra questi, però, sono solo in 263mila a pagare il canone Rai per il possesso del televisore (il canone in Italia anche secondo la giurisprudenza in materia è dovuto per questo e non per in quanto si fruisce dei programmi tv, ndr).
L'evasione del canone «speciale» (quello cioè proprio dei locali pubblici, ndr) ammonta a circa 102 milioni di euro annui, mentre gli introiti grazie a quelli che versano regolarmente la tassa di possesso ammonta a 60 milioni di euro annui. I dati sono stati illustrati al Cda Rai dal direttore generale Mauro Masi, che nel sottolineare come il canone sia la tassa più elusa, ha proposto un piano di contrasto a questa forma di pirateria.
Un piano di intervento «straordinario» come l'ha definito Masi, con l'obiettivo di recuperare oltre 100 milioni di euro.
Meno di un locale pubblico su tre paga il canone Rai
I dati sull'evasione comunicati al Cda dal direttore generale di Viale Mazzini, Masi: «Persi così 102 milioni di euro». Pronta una task force per contrastare il fenomeno. Mel mirino anche gli uffici delle amministrazioni
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