Meno tasse per chi vuole investire a Milano

Anche in tempi di crisi - per dire - due colossi bancari giapponesi e uno cinese «hanno scelto di mettere base a Milano». Che già attira «il 45% delle localizzazioni straniere». Non sorprende il sindaco che il ministro dell’Economia abbia scelto di sperimentare proprio nel capoluogo il regime fiscale agevolato sul modello di Londra e dell’Irlanda. Tremonti ha anticipato ieri che il decreto è pronto e presto verrà pubblicato sul sito del ministero per raccogliere le osservazioni. Una proposta che strizza l’occhio alla Lega ma che era stata lanciata già un anno fa proprio da Letizia Moratti, che ora l’ha inserita nel programma elettorale. Anche perchè, nonostante lo stop nel giugno 2010 arrivato subito dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia all’idea di una free tax zone a Milano («sarebbe bello ma non si può»), negli ultimi mesi il sindaco ci ha lavorato al fianco di Tremonti e del presidente di Assogestioni. Ieri ha svelato l’asse, ammettendo che gli sgravi per le attività della finanza si tradurranno in «capacità di attrarre più investimenti stranieri, creare ricchezza e lavoro. Possiamo diventare la capitale del risparmio gestito». Tasse più basse servono, ma non bastano.

Le aziende internazionali, è convinta la Moratti, scelgono di investire anche dove la qualità di vita è più alta. Ma all’ambientalismo di sinistra che alza barricate contro nuove opere e metrò risponde con progetti (e una lista civica) a favore dello sviluppo sostenibile.

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