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Il mentalista che lavora con la Digos contro furti e raggiri

Fino a 22 anni la magia è stata un hobby, forse pure una rivalsa di bambino timido, da 10 è una professione. Francesco Busani ricorda ancora il suo primo show, una sorta di gabinetto medianico in un castello del parmense

Il mentalista che lavora con la Digos contro furti e raggiri

Fino a 22 anni la magia è stata un hobby, forse pure una rivalsa di bambino timido, da 10 è una professione. Francesco Busani ricorda ancora il suo primo show, una sorta di gabinetto medianico in un castello del parmense: alla fine, per la paura, se n'erano andati quasi tutti. Oggi per lui la magia è solo live e fa il pienone nei teatri e col suo Spiriti in castello. Fra i pochi in Italia, propone sedute one to one di illusionismo in cui lui dedica 10 minuti a persona.

Lui sa di stupire e illudere. «E lo sa anche il pubblico per cui l'inganno è una promessa». È questo il tacito accordo, dietro ogni numero. Busani, da agnostico che indaga nel paranormale anche religioso, dosa scetticismo, spirito critico e chiarezza: «Medium e cartomanti sono lontani cugini. Loro giocano chi in cattiva, chi in buona fede con la fiducia del pubblico». Lui, invece, ti inganna col sorriso: «Io riproduco i fenomeni paranormali in cui il mio pubblico concorda nel voler credere». Sembra un paradosso? La difficoltà è doppia: accanto alla tecnica dell'eseguire il trucco, c'è la parte di narrazione in cui Busani conduce il gioco dell'intrattenimento. La collaborazione con il Cicap Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze - ha portato nuova consapevolezza riguardo ai meccanismi della mente umana: i suoi workshop hanno incuriosito un ispettore della Digos che lo ha coinvolto in una serie di incontri informali con le forze dell'ordine.

«La truffa è una messa in scena e la vittima, spesso in modo inconsapevole, ha già rivelato al truffatore una serie di informazioni sulla sua vita». Si chiamano tecniche di hot e cold reading e sono le stesse del mentalismo. Si va dalle chiacchiere al supermercato o dal medico o fuori di messa, dove ci si sente più in sintonia e ci si apre più volentieri al prossimo, ad altre situazioni di fishing, furto, vero e proprio di informazioni, ben prima e ben oltre la privacy violata sui social. «Osservando un'automobile si può capire molto del suo proprietario». Targa ed ammaccature non c'entrano: «Un adesivo col nome del figlio a bordo, un permesso, un cd, un adesivo di un club, un cuscino sul sedile o magari dei documenti».

Il gioco è fatto e non dite che non lo sapevamo.

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