Cultura e Spettacoli

Mentana: sarò scomodo. Vespa: imparerò da lui

Prime scintille tra i due giornalisti che si contrapporranno: lunedì parte su Canale 5 «Matrix», il 20 settembre «Porta a porta»

da Milano

Non hanno ancora cominciato. Ma già si assaporano le scintille. Del resto non potrebbe essere diversamente tra due primedonne del giornalismo che si sfideranno sul piano più difficile, quello dei programmi d’approfondimento. Da una parte, su Raiuno, Bruno Vespa torna con il suo Porta a porta (dal lunedì al giovedì) a partire dal 20 settembre. Dall’altra, su Canale 5, Enrico Mentana da lunedì sfoggerà il suo nuovissimo Matrix (lunedì, mercoledì e venerdì) che promette un linguaggio nuovo, spumeggiante, rapido e tecnologico. In sostanza, la politica salottiera contro quella che Mentana definisce «informazione disinibita e mai ossequiosa». Il tutto in seconda serata (verso le 11) al riparo dallo stress degli indici di ascolto dei programmi di prime time.
«Lascio a Vespa il commento sul contratto con gli italiani, ma sugli ospiti ci sarà competizione - ha sparato Mentana in un’intervista a Famiglia cristiana -. Per me, l'ideale non è quando accontenti due politici ma quando li scontenti tutti e due». «A Matrix - ha continuato riferendosi al diretto concorrente - i politici verranno solo a parlare di politica e non per essere interpellati sui calendari o sulle diete: programmi così non ne faccio, perché c'è già un maestro in questo... da me non vedrete mai la bellona di turno che nulla ha da dire e che serve da ornamento anche perché mostra generosamente le gambe».
Vespa ha risposto subito per le rime... «Credo che avrò molto da imparare da lui - ha ironizzato - certo senza illudermi di raggiungere i suoi livelli di indipendenza... Intanto io l’ho sempre battuto quando ero direttore del Tg1 e lui del Tg5 e ho vinto anche la sfida con il Costanzo show».
Mentana non ha controreplicato. Spera, comunque, che si instauri una politica di «fair play» e di «stimolante concorrenza». Non sarà facile. Il giornalista è atteso al varco: ha promesso di fare «un’informazione equidistante, «di non accontentarsi di portare a casa una qualsiasi risposta, ma “le” risposte». Come per dire: basta con l’informazione paludata di tanti giornalisti. Da lunedì si vedrà come se la caverà: spodestato dalla poltrona di direttore del Tg più importante di Mediaset, si trova a fare approfondimento nell’azienda del premier in un anno di infuocata campagna elettorale.
Mentana spiega in maniera poetica il titolo della trasmissione, che si rifà a una trilogia cinematografica: «È evocativo della realtà di un mondo postmoderno, perché cercheremo di ritrovare il filo di una vita a misura d'uomo e magari, presuntuosamente, di rilanciare i parametri etici che vanno vagolando verso l'ignoto. La verità, tuttavia, è che Matrix è nato per assonanza con Mixer, il programma giornalistico più innovativo a mia memoria, condotto da Giovanni Minoli, un maestro». Per Mentana, «la malattia ormai cronica della nostra informazione è che è generalista, piatta, uniforme: o si parla bene di Berlusconi, o se ne parla male. Quanto ai Tg, sarebbe più reale organizzarsi con due telegiornali faziosi lasciando però agli altri la libertà assoluta di spiegare la politica, l'economia, la vita.

I Tg invece sono cloni: l'unica clonazione sulla quale nessuno ha polemizzato».

Commenti