Sergio Rame
Un incontro. Un legame mistico che unisce Occidente e Oriente attraverso la musica elettronica e i ritmi ancestrali sufi. Sul palcoscenico del Piccolo Teatro Studio Mercan Dede sperimenterà questa sera melodie cosmopolite: darà vita a ritmi primordiali che intrecceranno misticismo e innovazione, cantilene ipnotiche e ritmi esplosivi, fino a creare un sound capace di soppiantare completamente i canoni musicali.
«Lessenza del sufismo è contrappunto. Tutto esiste con il suo opposto. E io agisco di conseguenza. Da una parte, faccio musica elettronica. Dallaltra, cè la musica tradizionale, rigorosamente acustica». Mercan Dede cerca di svelare lanima profonda della sua musica. Una musica capace di creare un linguaggio universale che possa unire il vecchio al nuovo, il sacro al profano. Qui, si incontrano anche lOriente e lOccidente. Insomma, un linguaggio in cui il musicista - ma anche deejay, fotografo e visual artist - turco infonde spiritualità sufi, pulsare tecnologico e suoni di strumenti arcaici.
Sul palco, Mercan Dede volteggia tra giradischi, flauti tradizionali (ney), computer e tamburi. Accanto sono soliti sedersi i maestri della sua tribù segreta impegnati ad arricchire melodie magiche e ritmi ipnotici con altri strumenti: qanun, bendir, clarinetto, derbuka, zarp e udu. E, infine, in mezzo a questo balletto cosmico di suoni antichi e moderni, rotea instancabile e magnetico un derviscio.
Così, mentre il flauto ney fraseggia una melodia ipnotizzante, le vibrazioni frenetiche delloud e il ritmo ripetitivo del derbouka si impegnano a descrivere unavventura meditativa e trascendente.
Il pubblico presente in sala diventa, a tutti gli effetti, parte inscindibile di un universo in cui lenergia del ritmo richiama a sé i beat elettronici imperturbabili dellOccidente e le basi mixate colorano latmosfera del palcoscenico con un sapore contemplativo proprio del mondo orientale.
Mercan Dede, il cui nome deriva da un personaggio minore di un noto romanzo turco contemporaneo, è uno pseudonimo. Dietro di lui leclettico artista turco Arkin Ilicali, un fenomeno complesso da definire. In realtà, Arkin incarna due musicisti: quando lavora come deejay nelle discoteche è Arkin Allen, lo specialista dei ritmi techno con cui è venuto a contatto a metà degli anni Ottanta dopo essersi trasferito in Canada; quando entra nelle sale da concerto diventa invece Mercan Dede, lo sperimentatore di suoni, il mistico, ladepto del grande maestro sufi Jalaal ud-Diin Ruumi che nel Duecento fondò la scuola dei Dervisci Rotanti.
«Se sei ovunque, non sei da nessuna parte - diceva Ruumi - se tu sei da qualche parte, sei ovunque». «Il mio da qualche parte è il mio cuore - completa Dede - è di questo cerco di rendermi conto.
Mercan Dede, Teatro Studio, ore 21, info 02-199112112, ingresso 15 euro
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.