Al mercato dei regali degli ex il vero affare è un amore nuovo

Al mercato dei regali degli ex il vero affare è un amore nuovo

Lo sculacciatore. Oggetto inglese, in legno, vintage. Costo 30 euro. Se non avete la minima idea di cosa sia, di come sia fatto e per quale occasione possa essere donato, meditate su questo: è una delle chicche in vendita in rete su Vivastreet.it, quest’anno sponsor ufficiale del mercatino «Ex in the City 2012», in calendario a Milano l’11 e il 12 febbraio in Ripa di Porta Ticinese. È la bancarella del premio ricevuto prima dell’abbandono d’amore, lo scanzonato «Porta Portese» meneghino dove non ci sarà la «foto nuda di Brigitte Bardot» ma al massimo quella di Belen, icona della vendetta degli ex.
Che fine ha fatto il costume da colombina veneziana che ti feci confezionare per il tuo onomastico? O il set di bottiglie a due colli per libare insieme l’ultimo dell’anno? E il peluche, comperato a Berlino, a forma di maschio alfa? Se siete intelligenti non fate questa domanda alla vostra o al vostro «ex», perché oggi le fanciulle e i fanciulli colpiti d’abbandono da partner non si buttano a terra. Altro che poveri «piantati», forse preferiscono il termine «invasati», perché goderecci, ilari, spensierosi si sbarazzano dei cadeaux ricevuti, ingombranti all’occhio risorto a nuova vita e soprattutto poco redditizi. Basta coi cadaveri della memoria. Gli italiani, pur coronaricamente romantici, non hanno intenzione di mettere radici nel passato ma ambiscono ad inseminare il portafoglio, smerciando i doni venuti dalla fantasia del Cupido che fu, da cui non vogliono essere... sormontati. In senso sia fisico che economico. Tutto. Si sbarazzano di tutto. Alla faccia delle polverose soffitte della nonna, dove finiva l’ikebana dell’oggettistica piovuta in famiglia - a proposito c’è anche un set da sakè! - grazie a pretendenti spariti poi nel nulla, come marinai fuggiti dalla Butterfly. Che è nell’insondabile concordia dell’amore che più si fanno i giuramenti da marinaio, si sa. No, la buona Signorina Felicita di Gozzano, con gli azzurri occhi di stoviglia, non ci sta più e vende le stoviglie, sdegnata di fare da guida tra i vetusti bauli che contenevano i cimeli della passione, finendo con l’infondere solo la passione per i cimeli. Pellicce di visone, gioielli, biciclette: sul banco mercantile ogni cosa, come a dire che gli «ex» hanno già pedalato a sufficienza e se reinvestono in una relazione, la vogliono solare e ironica, talmente ironica da andarla a pizzicare proprio al mercatino degli Ex.
È un punto d’energia anche per nuovi colpi di fulmine, questa fiera del vintage del cuore, che non a caso si svolge due giorni prima di San Valentino. Come un invito: venite a «Ex in the City» per il regalo della festa degli innamorati che, essendo già un «ex feticcio» del sentimento, vi aiuterà ad affrontare i sentimenti con più saggezza, ricordandovi che la sorte delle umane genti, ovvero quella di prendersi, di lasciarsi e, chissà, di riprendersi si specchia proprio nell’avventuroso cammino degli oggetti scelti un tempo per un batticuore poi infartuato, ma pronto a rianimarsi in mano d’altri.

È la riscossa dei «piantati», che mettono all’asta anche numerosi set di vasi, per dire a tutti che nel giardino del Paradiso Terrestre mica c’era una sola pianta, ma tanti, tanti alberi, e quindi se una bellimbusta o un bellimbusto un giorno ti ha detto: «Arrivederci e grazie», tu con bonomia potrai rispondere: io sarò un piantato, ma in questo giardino un fusto lo trovo di sicuro! Soprattutto se ho più soldi in tasca. E lo sculacciatore? Via! Al miglior offerente. Con i trenta euro mi siedo di nuovo al ristorante per una cena a lume di candela senza dolorose rimembranze.

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