Il mercato tecnologico non elimina gli abusivi

Il mercato tecnologico non elimina gli abusivi

Gianni Ratto è un omone alto, ben messo, indossa camicia azzurra e giacca beige a costine. Gli occhi vispi. Stringe le mani a molti. È stato eletto presidente di Fedeagro di Ascom. In corso Sardegna era di casa già da adolescente. Il mercato è sempre stato un business di famiglia. Suo padre, ultrasettantenne, non molla. Ci lavora ancora. Insomma, i Ratto conoscono tutti. Proprio tutti. Abusivi compresi.
«Pensavamo che col trasferimento qui a Bolzaneto - allarga le braccia Ratto - riuscissimo a eliminare la piaga degli abusivi. E invece ecco lì. Ne ho visti una dozzina aggirarsi tra gli stand. Ormai li conosciamo. In corso Sardegna erano habitué. Speravamo che lasciassero perdere. D'altronde al varco del nuovo mercato ortofrutticolo senza tesserino non si passa. Ne abbiamo consegnati 800 per 400 aziende. Gli abusivi saranno saliti sui camioncini per nascondersi, ma le prossime volte la vigilanza starà più attenta».
Sono da poco passate le 2.37 di ieri. Da quando, cioè, il primo furgone di «besagnin» ha varcato i cancelli del nuovo mercato accanto allo svincolo autostradale di Bolzaneto. La «maglia rosa» è dell'ortofrutta Oldano di Rivarolo che si sceglierà i prodotti migliori. Dietro una lunga fila di altri Tir, furgoni, camioncini, camionette e perfino automobili station wagon. Lunga fino a quasi l'uscita autostradale.
«Stavolta abbiamo aperto mezz'ora prima - continua Ratto - e hanno trovato coda in entrata, ma quando i dettaglianti capiranno che basta presentarsi alle 3 o poco dopo per evitare le code non ci sarà nemmeno più il serpentone di mezzi fino all'autostrada. Sugli abusivi voglio precisare che il fenomeno riguarda i dettaglianti e non certamente i grossisti che sono tutti perfettamente in regola, così come i dipendenti della cooperativa che gestisce il mercato. Il giudizio sulla prima notte di rodaggio è complessivamente molto buono. Ha funzionato quasi tutto e praticamente abbiamo quasi dimezzato i tempi di scarico e carico della merce. Penso che diventeremo un polo per tutto il nord ovest e non soltanto per il territorio ligure».
Dagli abusivi alle altre magagne. Se, da un lato, il primo Tir di scarico merce è stato uno di quelli provenienti dalla Sardegna pieno di carciofi alle 9 del mattino di domenica, e non ha trovato intoppi, qualcun altro è rimasto spiazzato da un improvviso black out. Alle 18.30 di domenica, fino alle 21, il mercato è rimasto senza luce. O meglio, soltanto con le luci di emergenza che hanno rallentato il lavoro.
«Non è stata una partenza col black out - spiegano i dirigenti Carlo Dianzani e Michele Cozza - si è trattato di un calo di tensione che ha prodotto buio per un paio d'ore. La squadra di tecnici è intervenuta immediatamente e si è scoperto che la centralina era rimasta tarata per i lavori di cantiere. Tutto risolto. E, allo stesso tempo, grazie alle luci di emergenza, gli operatori hanno continuato a lavorare».
Girando fra gli stand e nella struttura si vede che è tutto nuovo, ma una toilette, in mezzo al largo e lungo corridoio delle contrattazioni, è guasta. Altri mugugni. Come quello di un «besagnin» che si lamenta di avere pagato il cappuccino al bar 1,20 euro invece di un euro come costava in corso Sardegna. Altri si lamentano perché dovranno organizzarsi installando il Telepass sul camioncino.

Altri ancora, e sono la stragrande maggioranza, esultano per l'ampiezza di spazi, le moderne piattaforme, la comodità del luogo a pochi metri dall'uscita autostradale, la serietà della SGM e di tutti quelli hanno fatto, per Genova, il «miracolo» del nuovo mercato ortofrutticolo.

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