Un mercoledì da leoni

Paula avrebbe voluto fuggire il più lontano possibile da quelle belve, scappare via dalla paura che la inseguiva. L’avevano rapita mentre tornava a casa da scuola, l’avevano nascosta in una capanna per una settimana, volevano venderla come sposa, perchè così si usa da queste parti, specie quando sei povero e sopravvivi come capita nelle zone perdute dell’Etiopia. Merce di scambio. A dodici anni. Il rapimento serve ad obbligare le ragazzine a matrimoni molto precoci, serve a segnar loro la vita per sempre. Ma qualcosa non funziona quella mattina di mercoledì. La polizia ha il fiato sul collo dei rapitori, bisogna spostare la ragazzina, trasferirla altrove, non c’è tempo da perdere. Perchè rapire bambine è un reato anche qui, dove comanda la legge della tribù. Ce l’avevano quasi fatta a portare in salvo il malloppo, ma l’hanno lasciata libera lungo la strada che porta a Nairobi, apparentemente senza un perchè, la polizia ancora lontana. L’avrebbero fatta franca se non fosse stato per quella banda feroce che incrociando loro la strada aveva preteso il bottino, senza bisogno di dire una parola. L’avevano capito subito con un’occhiata che quei tre erano tipi che non scherzavano. Tre leoni. Tre leoni veri. Sono stati loro a metterli in fuga, poi si sono accucciati a far da guardia alla bimba, in lacrime. Senza farle neanche un graffio. Hanno aspettato pazienti l’arrivo della pattuglia di polizia, poi si sono allontanati silenziosi, quasi regali, riguadagnando il folto della foresta. «È come se ci avessero fatto un regalo», si gratta la testa ancora incredulo il sergente Wondmu Wedai, polizia di Bita Genet, 600 chilometri a sud ovest di Nairobi, l’uomo che ha guidato le ricerche: «Non ho mai visto niente di simile e non ho idea del perchè sia successo: di fronte alla fame non c’è animale che abbia pietà». Qualcuno parla di miracolo, qualcuno tenta una spiegazione più o meno scientifica.

Dicono che i leoni si sono comportati così perchè il pianto della ragazzina ha ricordato loro quello dei cuccioli. L’istinto materno ha vinto l’istinto di sopravvivenza. Paula è riuscita così a fuggire il più lontano possibile da quelle belve. Valle a spiegare che erano uomini, non animali...

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