La Merkel: "Puniremo i colpevoli". E la Love Parade non si farà più

Organizzatori, polizia e comune sul banco degli imputati: "Conoscevano i rischi". Quattro feriti italiani già dimessi

Duisburg. Quella che avrebbe dovuto essere la più grande festa al mondo di musica techno si è trasformata in una immane tragedia: 19 morti, 516 feriti, tra cui quattro italiani già dimessi. Finora 16 vittime sono state identificate. Avevano fra 18 e 38 anni: 11 uomini e otto donne, di cui 11 erano tedeschi, due spagnoli, gli altri venivano da Olanda, Australia, Italia, Cina e Bosnia. La procura indaga per omicidio colposo.
I giovani sono morti schiacciati, calpestati, asfissiati nella calca terribile creatasi attorno alle 17 in un tunnel lungo 200 metri e largo 20 che avrebbe dovuto portarli sulla grande spianata all’aperto per il concerto finale. Il sottopasso si è trasformato in una trappola mortale, un imbuto che ha stritolato la gente. Nella ressa asfissiante, molti giovani hanno cercato una scorciatoia all’aperto arrampicandosi su una scala di sicurezza e alcune impalcature. Sotto il peso, le strutture sono crollate schiacciando la gente sotto e creando panico generale. Sopra, per evitare il peggio, le autorità decidevano di non dare l’allarme per far defluire alla meno peggio la folla. Sotto la tragedia, sopra il frastuono assordante della techno: anche questo è uno dei tanti paradossi di Duisburg.
Con i morti, è morta anche la Love Parade: l’organizzatore Rainer Schaller ha infatti annunciato oggi il suo «Aus», la sua fine definitiva. Avrebbe dovuto essere quest’anno il fiore all’occhiello della città, per le celebrazioni di «Duisburg capitale della cultura 2010». La prossima era prevista a Gelsenkirchen ma non ci sarà mai. Per il Dr. Motte, il fondatore della manifestazione, che da anni non ha più nulla a che vedere con la kermesse musicale, accusa gli organizzatori di aver mirato solo a far soldi, trascurando le necessarie misure di sicurezza. E proprio sul concetto di sicurezza, completamente fallito, si stanno scatenando polemiche e accuse. Molti sulla rete avevano prima della parata attaccato l’idea del tunnel e previsto la tragedia.
Sconcerto e cordoglio in Germania, e tanti interrogativi: come è stato possibile?, è la domanda più ricorrente. Fra i primi ad esprimere dolore ai familiari delle vittime ieri sera, la cancelliera Angela Merkel e il neopresidente Christian Wulff, che hanno sollecitato anche che sia fatta luce al più presto.
Per tutto il giorno le tv tedesche hanno mostrato immagini drammatiche della disperazione, incredulità e rabbia della gente. Molti gli interrogativi e i dubbi ma anche le critiche e le accuse a organizzatori, città e auotorità. Anche la polizia di Duisburg, sul banco degli imputati, se la prende con l’organizzazione: sono stati loro a fare pressioni perchè l’evento si svolgesse in città nonostante la mancanza di uomini e mezzi. Colpa anche del Comune che ha accettato di ospitare ciò che non doveva. Un alto funzionario di polizia ha dichiarato che la manifestazione è stata autorizzata dai responsabili cittadini solo il 21 luglio, «con un testo di appena due pagine, quando per una semplice festa rionale le norme da rispettare richiedono almeno cinque volte tanta carta». Il Comune di Duisburg ha voluto la manifestazione ad ogni costo, «passando sopra i rischi per la sicurezza», poichè «si voleva fare assolutamente bella figura».
Fino a ieri sera ancora non era chiaro il numero dei partecipanti: un milione e mezzo o 200.000 come dicono le autorità.

L’area del party all’aperto, una vecchia stazione merci della città della Ruhr, era per 300.000 e al momento della tragedia non era del tutto piena, ha sottolineato il capo dell’unità di crisi, Wolfgang Raabe. La ricerca dei feriti negli ospedali e della loro identità prosegue.

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