Il motu proprio «Summorum Pontificum» con il quale Benedetto XVI nel 2007 ha liberalizzato luso dellantico messale preconciliare «vale per gli altri riti latini, incluso il rito ambrosiano». Lo scrive in una lettera datata 22 maggio il vicepresidente della Pontificia commissione «Ecclesia Dei», monsignore Camille Perl, in risposta a una domanda rivoltagli per iscritto allinizio dellanno dal vicerettore del collegio Papio di Ascona, padre Jeffry Moore.
La lettera del Vaticano è stata resa nota ieri dal sito www.newliturgicalmovement.org.
Come si ricorderà, dopo la promulgazione del documento papale, la Curia ambrosiana aveva precisato per iscritto che il motu proprio non era applicabile nella diocesi di Milano, dato che il pontefice citava espressamente soltanto il rito romano, mentre per la liturgia ambrosiana il capo-rito è larcivescovo Dionigi Tettamanzi.
Non condividendo questa impostazione, un gruppo di sacerdoti e di laici tradizionalisti, lo scorso 7 gennaio si era recato a Roma ed era stato ricevuto dal cardinale Darío Castrillón Hoyos, presidente della Pontificia commissione Ecclesia Dei, che si occupa per mandato papale del mondo tradizionalista, chiedendo un parere sulla questione.
Tra i sacerdoti cera anche don Jeffry Moore, che esercita il suo servizio in una chiesa di Ascona, nella diocesi di Lugano, il cui territorio è per metà di rito romano, per laltra metà di rito ambrosiano. Don Moore celebra per un gruppo di studenti la messa in rito antico romano, ma fino a oggi aveva avuto problemi a farlo per gli studenti di rito ambrosiano.
«Lei esprime il desiderio di ricevere il conforto di un assenso - scrive monsignor Perl al sacerdote - alla possibilità che anche gli studenti ambrosiani che lo richiedono possano usufruire dei benefici garantiti dal Sommo Pontefice nel motu proprio Summorum Pontificum».
«Mentre è vero che il motu proprio del Santo padre non cita esplicitamente il rito ambrosiano - continua nella lettera il vicepresidente di Ecclesia Dei - non esclude nemmeno gli altri riti latini; se la volontà del Sommo Pontefice vale per il rito romano, considerato il superiore in dignità, di conseguenza, tanto più per gli altri riti latini, incluso il rito ambrosiano».
Insomma, la volontà liberalizzatrice del Papa si intende, secondo quanto scrive il vicepresidente della commissione vaticana, estesa a tutti i riti latini.
Va ricordato che nella diocesi di Milano, oltre alla messa domenicale in rito ambrosiano antico nella chiesa del Gentilino (concessa a suo tempo dal cardinale Carlo Maria Martini), dallo scorso ottobre esiste unaltra celebrazione secondo la liturgia preconciliare, promossa dal Movimento liturgico benedettiano, che si svolge a Legnano.
A quasi due anni dalla pubblicazione del motu proprio si attende ancora listruzione che dovrebbe precisare le condizioni applicative
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