LInter tenga le dita incrociate. Parola dordine: ai quarti di finale evitare il Barcellona (domani a Nyon alle 12 il sorteggio: andata il 30 e 31 marzo, ritorno il 6 e 7 aprile). Il motivo ha un nome, un cognome e 168 centimetri di classe cristallina: Leo Messi. Ieri sera la pulce ha preso per mano - ancora una volta - il Barcellona e ha traghettato agevolmente la squadra di Guardiola ai quarti di finale. Messi può far male da ovunque. Ha preso palla a metà campo e, nonostante le attenzioni di quattro avversari, ha fulminato Lehmann dal limite con una saetta allincrocio dei pali: erano passati solo 13 minuti. Poi, spalle alla porta, ha pescato Yaya Touré nel cuore dellarea, assist per Pedro, due a zero, Stoccarda a casa. La girata del 3-0, quindi, è stata una stilettata allo Stoccarda e a tutta la Champions: il Barcellona è unorchestra dalla melodia ammaliante, Messi il suo perfetto direttore. Nel finale spazio anche a Ibrahimovic, in campo venticinque minuti, un paio di fiammate e lassist per il 4-0 finale di Krkic.
Passa anche il Bordeaux, grazie a una punizione dellex rossonero Yoann Gorcouff dopo cinque minuti e al definitivo 2-1 di Chamakh nel finale: Olimpiakos eliminato, inutile il momentaneo pareggio di Mitroglou.
Per un Barcellona che fa festa con Messi, cè però un Real Madrid ancora alle prese con la «grana» Kakà e che vede come un incubo che i «nemici» catalani possano alzare la coppa dalle grandi orecchie proprio al Bernabeu. «È vero, sono in crisi ma è solo colpa della pubalgia. Quando sono arrivato dal Milan avevo già dei problemi e questo ha influito sul mio rendimento - ha spiegato Kakà, al quotidiano As -. Inoltre ci ho messo un po di tempo per abituarmi a vivere a Madrid e ad ambientarmi nel nuovo club. Linfortunio ha rallentato il mio processo di ambientamento e queste cose ti tolgono fiducia».
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