Messi petto d’oro e il Superbarca è mondiale

Il Barcellona sbanca la bacheca dei trofei, prende anche l’Intercontinentale e fa sei competizioni vinte nel 2009. Il sogno degli studenti di Buenos Aires invece si spegne a due minuti dal novantesimo quando Piquet di testa pesca in area il liberissimo Pedro che rimette in parità le squadre, ma sposta inesorabilmente la partita verso Puyol e soci. Vittoria strameritata, una di quelle gare dove chi gioca meglio è sotto per gran parte della partita ma è evidentemente superiore all’avversario.
L’Estudiantes è andato in vantaggio a pochi minuti dal termine del primo tempo con Mauro Boselli al termine di un’azione entusiasmante quanto unica. Il centravanti argentino si è infilato in elevazione fra Puyol e Abidal e in piena area di rigore ha colpito con la fronte e insaccato con Valdes in inutile tuffo. Gol spettacolare anche se in sospetta posizione iniziale di fuori gioco. Invece è stata magica l’elevazione di Boselli che concede diversi centimetri ai due difensori. Ancora otto minuti di gioco e il messicano Archundia ha fischiato l’intervallo. Barcellona irriconoscibile.
Lento il gioco, ritmi da dopolavoro che esaltano il palleggio degli argentini e in particolare di Sebastian Veron, 34 anni spesi benissimo sui campi di calcio. La squadra si è attorcigliata attorno al gol di Boselli e alla sapienza tattica di Veron che non ha letteralemente sbagliato un solo pallone e si è sobbarcato il doppio incarico al limite della sua area come diga e nella sua trequarti come ispiratore. Passaggi laterali, tocchi brevi, palleggio vecchio stampo, partita addormentata, l’Estudiantes ha continuato a tenere il Barcellona in apnea e sui capovolgimenti ha mostrato capacità tattiche notevoli, si apriva e a turno proponeva almeno un uomo sulla fascia che dava respiro al gioco. Il Barcellona nel frattempo non ha avuto clamorose occasioni da rete, Ibra irriconoscibile, Messi inesistente.
Le cose sono cambiate lentamente e hanno seguito passo passo il decadimento fisico di Veron. Scesa la qualità in mezzo al campo è uscita l’inferiorità fisica dell’Estudiantes che concedeva almeno una decina di centimetri all’avversario su ogni duello. Il gol inevitabile di Pedro non sarebbe stato neppure quotato dai bookie. A quel punto Sabella ha pensato solo e soltanto ai calci di rigore, i suoi non riuscivano nemmeno più a vincere un solo tackle. E così è stato.
L’Estudiantes che si era ritirato come una maglietta dopo il un lavaggio sbagliato, è arretrato fino a difendere a un metro dalla sua area di rigore. Una grande ammucchiata che non faceva presagire niente di buono, Sebastian Veron primo attore anche in questa difesa a oltranza, zero occasioni nella porta avversaria, solo tanto cuore. I primi quindici minuti se ne sono volati senza che Ibrahimovic battesse un solo colpo. Involuto e incapace di proteggere la palla come ha insegnato qui in serie A. Messi sempre travestito da signor nessuno.


Secondo supplementare che riprende dal lavoro di Xavi e Busquet, Tourè e Abidal, adesso gli argentini tentano qualcosa ma sono azioni di rimessa quasi patetiche fino al centodecimo minuto di gioco, quando Leo Messi si ricorda di avere un Pallone d’Oro nel tinello e di petto accompagna in porta un pallone che significa prima coppa Intercontinentale per il suo Barcellona al terzo assalto.

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