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La metà degli italiani parla dialetto

L’indagine Istat: la Toscana è la regione dove l’idioma locale è più diffuso, la Calabria quello dove lo è meno

Dal 2000 al 2006 è aumentato costantemente l'uso esclusivo dell'italiano in famiglia (dal 44,1% del 2000 al 45,5% del 2006) e con gli amici (dal 48% al 48,9%), mentre con gli estranei si è stabilizzato su un livello alto (72,7% nel 2000 e 72,8% nel 2006). Ma l'uso del dialetto (diminuito significativamente nel tempo, dal 32% nel 1988 al 16% nel 2006) resta ancora alto, soprattutto nell'ambito familiare, Cresce anche l'uso misto di italiano e dialetto (dal 24,9% del 1988 al 32,5% del 2006). Sono dati rilevabili dai risultati di un'indagine Multiscopo condotta dall'Istat su I cittadini e il tempo libero, svolta a maggio 2006 e riguardano l'uso della lingua italiana e del dialetto e la conoscenza delle lingue straniere da parte degli individui. Il campione comprendeva 24mila famiglie per un totale di circa 54mila individui.
Nel 2006 il 56,9% della popolazione di 6 anni e più (31 milioni 351mila persone) dichiara di conoscere, a livelli diversi, almeno una lingua straniera. La conoscenza di almeno una lingua è molto alta tra i bambini e i giovani (77,6% dai 6 ai 24 anni). Solo il 20,7% delle persone di 65 anni e più, infatti, dichiara di conoscerne almeno una. Allo stesso modo a conoscerne una sono più gli uomini (59,2%) delle donne (54,7%). Con riferimento al tipo di lingue straniere conosciute, il 43,6% della popolazione di 6 anni e più conosce l'inglese e il 29,1% il francese, mentre il tedesco (5,9%), lo spagnolo (6,5%) o eventuali altre lingue (4%). L'inglese è molto diffuso tra le nuove generazioni: siamo sopra l'80% tra gli 11 e i 19 anni, con un picco dell 85,7% nella classe 15-17 anni. Oscilla tra 35 e 40 per cento la quota di persone che invece conoscono il francese in queste classi d'età. L'inglese supera il francese fino ai 54 anni mentre tra i più anziani è il francese a prevalere. Però le persone intervistate dichiarano un livello di conoscenza delle lingue straniere abbastanza modesto: per l'inglese il livello è scarso per più del 30%. Sono solo il 5,7% a averla ottima e il 23,6% un buon livello di conoscenza. Fatta salva la differenza dovuta al livello del titolo di studio, sono le donne ad avere un livello di conoscenza superiore a quello degli uomini: parla un inglese buono o ottimo il 31,1% delle donne contro il 27,7% degli uomini. Tornando al rapporto italiano dialetto, l'uso di quest'ultimo cresce con l'aumentare dell'età, passando da una quota molto bassa di bambini e ragazzi che lo parlano soltanto in famiglia (8,1% tra i 6-24 anni) al 32,2% degli ultra sessantacinquenni.La scelta del linguaggio è inoltre influenzata dal genere: le donne mostrano una maggiore propensione a esprimersi soltanto o prevalentemente in italiano in famiglia (46,9% a fronte del 44% degli uomini ) e con gli amici (51,6% contro il 46%).
L'uso prevalente o esclusivo dell'italiano è più diffuso al Centro e nel Nord-ovest: in particolare, in famiglia parla prevalentemente italiano il 63,6% delle persone residenti al Centro rispetto al 28,3% di quelle del Sud e al 32,8% di quelle delle Isole. Le regioni in cui è maggiore la quota di persone che parlano prevalentemente italiano sono la Toscana (83,9%), la Liguria (68,5%) e il Lazio (60,7%), mentre quelle dove è minore sono la Calabria (20,4%), il Veneto (23,6%) e la Campania (25,5%). Le differenze sociali nell'uso prevalente dell'italiano sono leggermente aumentate rispetto al 2000 tra gli occupati anche a causa della crescente presenza di manodopera straniera. Tra gli operai, infatti, diminuisce l'uso in famiglia (dal 37,3% al 35,2%) e l'uso del dialetto, mentre aumenta l utilizzo di altre lingue (che passano dal 5,6% del 2000 al 12,4% del 2006).

Sono comunque gli studenti a utilizzare di più l italiano in tutti e tre i contesti relazionali: in famiglia nel 60,3% dei casi rispetto al 50,5% degli occupati, al 34,1% delle casalinghe e al 33,3% dei ritirati dal lavoro.

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