Nazionale

Cos'è l'effetto "stau" che ha colpito l'Emilia Romagna

Le precipitazioni anomale hanno fatto cadere il triplo dell'acqua prevista a maggio. Gli esperti prevedono una finestra di stabilità "tra il pomeriggio di oggi e il pomeriggio di venerdì"

Cos'è l'effetto "stau" che ha colpito l'Emilia Romagna

Ascolta ora: "Cos'è l'effetto "stau" che ha colpito l'Emilia Romagna"

Cos'è l'effetto "stau" che ha colpito l'Emilia Romagna

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

La quantità d'acqua di due mesi di precipitazioni concentrata in due soli giorni: per spiegare l'anomalo evento meteorologico che ha colpito l'Emilia Romagna, con un ciclone formatosi sulle coste nordafricane e poi abbattutosi sull'Appennino romagnolo, gli esperti parlano di un fenomeno noto col nome di "effetto stau".

Di cosa si tratta

"Stau", traducibile in tedesco come "coda", "ristagno", è un termine usato in meteorologia per definire un vento di risalita che si manifesta nel momento in cui una massa d'aria si sposta da una data altitudine a una più elevata per via della conformazione orografica del terreno. La corrente si viene a raffreddare e perde parte della propria umidità, producendo generalmente condizioni di maltempo con pioggia e neve nel versante sopravvento: per contro, nel versante sottovento oltre la catena montuosa, si genera un vento discendente più caldo e secco. In Italia gli effetti di stau più imponenti si registrano soprattutto sui versanti della catena alpina e di quella appenninica, ovviamente in particolari condizioni meteorologiche.

Precipitazioni anomale

"Le correnti di grecale, ricche di umidità si sono scontrate con il contrafforte appenninico, scaricando ingenti quantità di pioggia in modo costante nelle stesse zone", spiega Edoardo Ferrara di 3bmeteo.com. "A questa situazione si sono aggiunte diverse aggravanti", precisa l'esperto,"il ciclone si è praticamente fermato una volta raggiunto il Centro Italia, protraendo quindi il maltempo, i forti venti di bora sulla costa con mare agitato hanno ostacolato anche il deflusso delle acque dall'Appennino verso l'Adriatico". Oltre ciò, aggiunge Ferrara, "i terreni erano già intrisi d'acqua per via dell’alluvione di appena due settimane fa sempre nella stessa zona e con cause del tutto simili a quelle attuali".

Se tra il Bolognese e la pianura romagnola sono caduti circa 120 millimetri d'acqua in 36 ore, vale a dire già più del doppio previsto per il mese di maggio, puntualizza il meteorologo, "in Appennino si sono registrati picchi di oltre 200mm, segnatamente dietro Imola, Faenza, Cesena e Forlì, praticamente la pioggia di tre mesi condensata in un giorno e mezzo".

Questo ciclone sarebbe stato alimentato anche dai "flussi di valore tropicali", masse d'aria umida provenienti da latitudini tropicali che sono convogliate verso l'Italia. "Questi flussi iniettano molta energia ai cicloni o alle perturbazioni, che possono scaricare così ingenti quantità di pioggia", dichiara Francesco Nucera di 3bmeteo. Secondo l'esperto, gli stessi "fiumi di vapore subtropicali sono stati responsabili anche della devastante alluvione nelle Marche dello scorso settembre".

Le previsioni

Per il momento, anticipa il meteorologo, gli anticicloni restano lontani dal Mediterraneo e in particolar modo dall'Italia, che da oltre un mese continua"ad essere bersaglio di perturbazioni e vortici ciclonici, alimentati da aria fresca in discesa dal Nord Europa".

Secondo le previsioni, piogge e temporali insisteranno su gran parte della Penisola almeno per tutto il fine settimana, "a causa anche dell’ennesima perturbazione in risalita da Sud". L'esperto ritiene probabile che in generale l'instabilità atmosferica, pur con delle pause, "si protrarrà molto probabilmente per tutto maggio e forse anche nella prima parte di giugno. Per il caldo e la stabilità estiva bisognerà ancora attendere".

Ciò nonostante, il meteorologo del Cnr e del Consorzio Lamma Giulio Betti prevede una finestra di stabilità "tra il pomeriggio di oggi e il pomeriggio di venerdì".

Commenti