Dopo che il mese di novembre è stato caratterizzato da frequenti incursioni d'aria fredda e gelida di estrazione artica, dicembre è iniziato e proseguirà in maniera diametralmente opposta, ossia con l'ingombrante presenza di un anticiclone di origine africana che rimarrà sull'Italia almeno fino alla metà del mese. Le condizioni meteo sull'Italia, quindi, si apprestano ad essere anomale per alcuni giorni.
Perturbazioni "bloccate"
Gli esperti de Ilmeteo.it parlano di "anomalia climatica" visto il periodo dell'anno con un clima anche molto mite soprattutto su colline e montagne con il manto nevoso che verrà messo a dura prova. "Saremo di fronte ad una vastissima area di alta pressione che di fatto bloccherà qualsivoglia perturbazione atlantica o irruzione di aria fredda in discesa dal Polo Nord". Questo vasto e forte anticiclone che già interessa l'Italia da un paio di giorni si rinforzerà ulteriormente da martedì 9 dicembre con un'anomalia importante sul fronte delle temperature anche superiori di 10°C rispetto alle medie di questo periodo. Lo zero termico schizzerà anche a 3.500 metri su Alpi e Appennini con una situazione più vicina alla primavera che non all'inverno.
Quando avremo il "picco"
Il picco di questa fase termica anomala è atteso per metà settimana quando aria molto mite africana raggiungerà l'intensità maggiore."Le zone più interessate, oltre le nostre montagne, saranno il Sud e le due Isole Maggiori, dove si potranno toccare valori più tipici della Primavera con punte massime fino a 20°C. Molto mite pure al Centro con valori intorno ai 15°C a Firenze e Roma", aggiungono gli esperti.
La tendenza per il fine settimana
Come detto, l'anticiclone africano sarà duro a morire: anche per il fine settimana del 13-14 dicembre continuerà a dominare la scena sul Mediterraneo con cieli sereni o poco nuvolosi e un clima tutt'altro che invernale. Le anomalie termiche maggiori si registreranno sulle montagne (con valori anche oltre 10°C rispetto alle medie) e al Centro-Sud. Discorso diverso per le pianure del Nord dove la stagnazione dell'aria e dell'umidità nei bassi strati daranno vita a foschie intense e banchi di nebbia che limiteranno non soltanto la visibiità ma anche l'aumento termico.
"Le zone più a rischio per riduzioni della visibilità saranno bassa Lombardia, Emilia Romagna, basso Veneto e zone interne del Centro". Per un deciso cambiamento meteo gli esperti dicono che dovremo aspettare probabilmente il 18-20 dicembre ma, su questo argomento, saranno necessari nuovi aggiornamenti.