Marcello Chirico
Saranno pure, per adesso, dei semplici «boatos» come li chiama Roberto Formigoni, ma di certo le intenzioni governative circolate nei giorni scorsi sulla possibilità di stoppare lo sviluppo infrastrutturale del Paese per mancanza di pecunia non fanno stare tranquilli. Non lo sono al Pirellone, non riescono a esserlo neppure in via del Vecchio Politecnico, sede della Metropolitana Milanese. Perché se si avvererà per davvero quanto filtrato finora dai Palazzi romani, seppur in modo informale, a rischio-stop sarebbe pure lintero programma di potenziamento delle linee del metrò cittadino. Tra i 50 progetti che rischierebbero di saltare figurano infatti quelli delle nuove linee MM4 ed MM5, insieme ai prolungamenti della MM1 fino a Monza, della MM3 fino a Paullo e della MM2 fino a Vimercate.
Punto interrogativo pure sui lavori già in fase di realizzazione e che riguardano lultimazione dei lavori della tratta Molino Dorino - Polo fieristico (con annessa nuova stazione di Pero), il prolungamento della MM2 da Famagosta a Piazzale Abbiategrasso e poi fino a Milanofiori e quello della MM3 fino a piazzale Maciachini, quindi Affori e Comasina.
Oltre 40 chilometri di nuovi binari sotterranei considerati fondamentali per il potenziamento della rete metropolitana milanese e sulla cantierizzazione dei quali adesso pende il grosso spadone di Prodi, che al momento appare ancora più infausto di quello del celebre Damocle.
«Una cosa è certa - spiega al Giornale Giulio Burchi, presidente e amministratore delegato di MM -, per poter realizzare tutte queste opere, che noi riteniamo prioritarie per lo sviluppo del trasporto milanese, occorrono i finanziamenti. Per alcune i soldi sono già state stanziati, e infatti i primi lotti di lavori sono stati avviati (vedi il collegamento per la nuova Fiera), mentre per altre opere è invece necessario lintervento della finanza pubblica. Perché è vero che esiste il project-financing, in grado di coinvolgere pure i privati, ma la parte pubblica è indispensabile considerata la scarsa redditività di queste opere».
Ma se Roma chiude i rubinetti finanziari, il problema diventa serio, anche se Burchi cerca di guardare al futuro comunque in positivo. Soprattutto per i cantieri già aperti, «sui quali - dice - la mia preoccupazione è contenuta», mentre «occorre stare in allerta per tutti gli altri progetti». Due in particolare: la nuova MM4 (15chilometri, 21 stazioni) che partirà da Linate e raggiungerà San Cristoforo, e la MM5 (12 chilometri, 19 stazioni) che partirà da Garibaldi e arriverà fino a Monza.
«La prima va completamente finanziata, mentre la seconda la costruiremo anche grazie agli investimenti privati. Però - sottolinea sempre il presidente della MM - anche per questultimo progetto sarà indispensabile un intervento dello Stato, altrimenti liniziativa si arena. Certo, il Comune potrebbe investire del proprio, ma sappiamo tutti che le finanze civiche sono sempre scarse e in gran parte vengono trasferite da Regione e Stato».
Burchi fa affidamento al buon cuore di Prodi e dei suoi ministri, augurandosi che il nuovo esecutivo «dedichi la necessaria attenzione a Milano. Perché per poter risolvere lemergenza traffico di questa città lo sviluppo del trasporto pubblico è necessario. Proprio per questo lattenzione governativa è indispensabile».
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