Barbara Catellani
Un'esplosione di tinte e fantasie disparate, tra macchine volanti e meravigliose ambientazioni in un variopinto Egitto immaginario: così si ricomincia. In grande. E non solo perché ad aprire la nuova stagione sinfonica è lui, Mozart, che così suggella con classe il "suo" anno, ma anche perché questo è un "Zauberflöte" speciale, definiamolo d'eccezione, che porta con sé un'altra grande firma, quella dello scenografo Emanuele Luzzati.
Torna infatti l'inconfondibile allestimento del capolavoro mozartiano che già aveva trionfato sul palcoscenico genovese nel gennaio del 2002, con la regia di Daniele Abbado (ripresa in questa occasione da Boris Stetka) e i costumi di Santuzza Calì e che ha conosciuto grande successo negli ultimi anni anche al di fuori dell'Italia. Sul podio giovedì (e nelle successive sei recite) Riccardo Frizza - ormai conosciuto ed apprezzato a Genova - al suo esordio nel teatro musicale di Mozart e che promette grandi sorprese, con un'interpretazione definita assai frizzante (e si conceda il gioco di parola) e dinamica, capace di interagire in modo brillante con regia e personaggi.
Lo stesso spettacolo di cinque anni fa? «Bè, lo spirito è quello, certamente - ha detto Stetka - ma, ovvio, in parte riveduto, modificato
del resto ogni compagnia, ogni direttore conferisce un'impronta diversa, personale. Direi che questa produzione è più svelta, più briosa, con un'accentuazione maggiore, se si può, dell'aspetto fanciullesco, che è poi quello che viene fuori spontaneamente».
Il Flauto Magico: capolavoro intramontabile, testamento musicale e spirituale del genio mozartiano. Qui esplode rigoglioso nel suo affascinante aspetto fiabesco, "giuoco" infatti lo definisce Luzzati - del resto la mano dell'artista è esperta del genere - tenendo un po' nascosto dietro le colorate fronde di cartapesta il percorso iniziatico verso la purificazione, vale a dire il suo profondo messaggio intrinseco: il rosacrociano ideale di armonia universale raggiunta tramite la coincidentia oppositorum, l'unione di cuore e ragione, di elemento maschile e femminile
insomma con quell'aspetto sacrale che l'illuminismo più schietto e deterministico aveva dimenticato e in cui Mozart così fermamente credeva. «E quindi godiamoci la fiaba, - dice il maestro Frizza - chi conosce il "Flauto" sa benissimo di che si tratta, non ha bisogno di arrovellarsi in dietrologie che rovinino la piacevolezza e la comicità della storia».
Un cast fresco, molti i debutti "di teatro" e di ruolo: una giovanissima Nuria Rial, voce applaudita nel repertorio barocco, esordisce nel teatro musicale classico nel ruolo di Pamina accanto al soprano emergente Valentina Farcas (che sarà anche la prima Papagena) e altrettanto giovani i due interpreti di Sarastro: il pietroburghese Mikhail Petrenko e Vazgen Ghazarian, alla sua prima recita in Europa Occidentale; debutta in Italia anche Daniel Szeili (Tamino accanto al veterano del ruolo Daniel Kirch) e Carlo Bosi nel suo primo Monostato (accanto al già conosciuto Steven Cole). Due nuove Regine della Notte, diverse fra loro per vocalità ma entrambe valide ed agguerrite saranno la canadese Mélanine Boisvert e la spagnola Davinia Rodriguez, questa al suo primo debutto in forma scenica.
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