Da mezzo milione a 25mila, i cristiani iracheni al lumicino

da Roma

Prima del 2003 erano più di mezzo milione. Oggi non si contano più di 20-25 mila cristiani in Irak. A fornire i numeri di questa tragica stima è Wael Suleiman, direttore esecutivo di Caritas internationalis in Giordania, Paese che ha accolto fino ad oggi 800mila profughi in fuga dall’Irak, di cui il 10% cristiani. Nessuno, fino a ora, aveva mai parlato di una cifra tanto esigua.
L’esodo di massa della comunità cristiana dal suolo iracheno testimonia la difficile condizione di vita di una minoranza, ridotta oramai all’osso, minacciata e perseguitata quotidianamente.

La paura di subire violenze e persecuzioni spinge persino i due delegati della Caritas internationalis dell’Irak, presenti all’Assemblea generale della confederazione che si svolge in questi giorni nella Città del Vaticano, ad evitare scrupolosamente ogni contatto con i giornalisti. «Non vogliono parlare - spiega la portavoce di Caritas internationalis Nancy McNally - perché se il loro nome o volto appare sui media la loro stessa sopravvivenza è messa in pericolo».

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