«Mi appello ai colleghi: basta perdere tempo, approviamo il decreto»

Roma«Non mi iscrivo alla gara a spararla grossa: tagliamo di qua, mettiamo di là». Quando chiediamo al ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano, 46 anni, leader nazionale del Pid (Popolari Italia Domani) che cosa cambierebbe della supermanovra, la sua è una non risposta. «La mia sensazione è che pochi abbiano capito di che cosa stiamo parlando».
Ecco, di che cosa stiamo parlando?
«Si tratta di dare una risposta in termini strutturali per il futuro di un Paese che su certi aspetti ha la pesantezza di un pachiderma: pesa troppo la pubblica amministrazione, pesano troppo le pensioni, pesa troppo la politica come luogo della rappresentanza democratica. E tutte queste cose non possono più essere tenute in piedi dal prodotto interno lordo, che non paga nemmeno la quota degli interessi».
Quindi?
«Quindi tagliare qua e là vuol dire avere un ritorno positivo in termini di capienza finanziaria, perché se non vendessimo i nostri titoli di Stato avremmo qualche difficoltà anche a pagare gli stipendi. Ma quello che più serve è fare le riforme, le sole che potrebbero portarci ad avere un equilibrio tale da affrontare anche i prossimi anni con maggiore serenità».
Quali riforme? Facciamo qualche esempio.
«Uno: accorpiamo le Province? Bene, ma inquadrando ciò in un ampio disegno riguardante la pubblica amministrazione. Valutiamo se le Province sono ancora utili oppure no e se possono essere sostituite da altre forme più leggere e meno dispendiose di intervento pubblico, abolendole del tutto. Due: abbiamo un problema che è l’incapienza del nostro gettito riguardo alle pensioni delle generazioni future. Per raggiungere l’equilibrio dobbiamo innalzare il limite di età. Tre: tagliare nella pubblica amministrazione tutte quelle aziende che nel corso di questi ultimi 30 anni sono proliferate perché queste aziende hanno figliato altre aziende. E potrei fare anche l’esempio della giustizia e della depenalizzazione di tutta una serie di reati cosiddetti bagatellari, che farebbe risparmiare tantissimo al comparto alleggerendo allo stesso tempo gli uffici giudiziari. Operazioni di questo tipo rendono lo stato più leggero, meno oberato. Non bisogna fare riforme dei conti ma riforme la cui conseguenza è migliorare i conti».
Programma impegnativo...
«Abbiamo ancora un anno e mezzo, in questa legislatura queste cose si possono fare: così consegneremo alla prossima legislatura un Paese più leggero ed efficiente, con il pareggio di bilancio nella Costituzione senza rinunciare alla crescita del Paese. Voglio fare un appello ai colleghi».
Prego.


«Stiamo molto attenti a quello che facciamo, non cincischiamo ma approviamo presto questa manovra, altrimenti bruceremo in pochi giorni la credibilità guadagnata nella settimana prima di Ferragosto. Non siamo in un casolare isolato, gli altri ci guardano».

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