«Mi minacciano perché denuncio le storture»

«Sono vent’anni che vengo minacciato». Guido Di Stefano, direttore scolastico regionale della Sicilia, ha un coraggio da leone. Smaschera le storture di un sistema che va riformato e si espone in prima persona.
Perché professore la minacciano?
«Perché non mi sottometto a giochi di potere o a clientelismi. E quando non ci vedo chiaro fermo tutto, taglio i posti. E dalle nostre parti queste scelte sono molto impopolari».
Si riferisce alle riduzioni che ha apportato in tutta la Sicilia sui posti di insegnante di sostegno?
«Esattamente. Quando tagliai 650 posti venni linciato verbalmente».
Per quale motivo ha fatti o tagli?
«Non sempre le Asl certificano con la necessaria attenzione la diagnosi della disabilità. E non sempre è rispettata la direttiva nazionale in cui si precisano i requisiti necessari».
La situazione sta migliorando?
«Attualmente abbiamo la popolazione scolastica di 810.406 alunni, 20.993 disabili e 11.915 posti di sostegno. Il rapporto è di 1,76. Siamo ancora lontani dai parametri nazionali ma stiamo lavorando. Anche se c’è una stranezza nei numeri complessivi».
Quale?
«La cosa buffa è che il numero degli alunni scende, 8.500 alunni meno dell’anno scorso a causa del calo demografico, invece gli alunni disabili aumentano. La punta statistica massima è registrata a Messina dove il rapporto era 1,33. Ora è 1,43. E anche a Trapani c’è una strana quantità di disabili a differenza di Agrigento dove sono pochi».
Vuol dire che creano la necessità del sostegno per dare posti?
«Non pronuncio giudizi ma l’anomalia l’ho segnalata al ministero.

Chiederò che l’assessore alla Sanità faccia rispettare i criteri».
Lei come gestisce la situazione?
«Ogni anno faccio una scrematura sulle richieste degli insegnanti. A volte si confonde il sostegno con l’assistenza sociale».

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