Cultura e Spettacoli

«La mia Arena è tv di servizio, con Amici non c’è guerra»

Roma «Stiamo preparando un’inchiesta sulle truffe e sulla Tv come strumento di denuncia contro sedicenti maghi e venditori imbroglioni. Ormai, nell’immaginario collettivo, è più utile chiamare il Gabibbo di Striscia la notizia che andare dai carabinieri». Insomma, con la sua Arena in onda ogni domenica alle 14 su Raiuno, Massimo Giletti cerca di stimolare la riflessione nei telespettatori di Domenica In. «Sono orgoglioso di condurre un programma realizzato per intero dalla Rai, andiamo in onda da quattro anni e sfioriamo i quattro milioni di telespettatori perché siamo controcorrente. Se la Tv tende sempre più a narcotizzare le menti, noi formiamo e informiamo, anche all'interno di un contenitore pomeridiano d'intrattenimento», spiega il conduttore. «Puntiamo sull'attualità dando più chiavi di lettura di ogni fatto accaduto, ma in questo periodo la cronaca non sta offrendo molti spunti, parla solo di crisi, di disoccupazione, di crollo dei mercati, tutti argomenti che non fanno per noi, non vogliamo bloccare la digestione di chi ci segue», scherza Giletti. Quest’anno l’Arena si confronta con un campione dell'Auditel, Amici della De Filippi, in onda alla stessa ora su Canale 5. «I nostri programmi sono molto diversi e non interessano lo stesso pubblico, ma competere con lei è stimolante». D’altra parte, Giletti mantiene uno sguardo critico nei confronti delle proposte del piccolo schermo. «Mi piace Annozero perché fa ragionare e ho trovato meritato il successo riscosso da Carlo Conti con I migliori anni. Ma, più in generale, non mi piace che il passato sia l’ingrediente fondamentale dei varietà. Anch’io ho qualche idea per la prima serata, ma parlarne è prematuro». In attesa di un’inversione di tendenza nei gusti del pubblico e del palinsesto, Giletti si dà alla recitazione: «Interpreterò me stesso in un episodio di Arrivano i mostri di Enrico Oldoini, con Sabrina Ferilli e Diego Abatantuono. Un cammeo divertente, ma conosco i miei limiti e la carriera d’attore non è nelle mie corde, almeno per il momento il mio sogno resta condurre il Festival di Sanremo.

E sono uno che non molla».

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