Cronache

«La mia campagna fatta porta a porta con il budget limitato»

Il suo budget è limitato a tremila euro ma di più proprio non può spendere. Così ci pensano gli amici, i genitori e anche i nonni ad aiutarlo per distribuire volantini, lettere e incollare manifesti. La campagna low cost fa da contraltare a quel vulcano di idee di Lorenzo Pellerano, 27 anni, una laurea in giurisprudenza con 110 e lode, consigliere municipale nel Centro est dal 2007 e un futuro da avvocato. Prima del titolo da affiancare a quello di dottore, però, c’è tempo per un passaggio in consiglio regionale per lui, candidato con la «Lista civica per Biasotti presidente»: «C’è l’ambizione, vediamo se quello che sto seminando produrrà raccolto».
Si è messo in corsa con umiltà ma determinato
«Quello che mi sta spingendo è proprio il riscontro che ho tra le persone. Sempre più disposte ad appoggiarmi, a dare una mano. Faccio incontri a misura rispetto alla mia età. Con semplicità»
Si è inventato il tè con i nonni, la birra al point con gli amici, l’incontro con i liceali al battesimo del voto. E il senatore Musso ha voluto battezzare la sua campagna elettorale...
«E giro i paesi dell’entroterra per studiare realtà a me prima sconosciute. Mi siedo con la gente del posto, una partita a carte, un bicchiere di bianco: così racconto di me e mi faccio raccontare come la gente vorrebbe la Liguria»
Proprio lei che viene dal centro storico?
«Certo, e da quella zona non voglio prescindere. Mi sono impegnato per la riqualificazione di Villa Gruber e mi sto impegnando per il rilancio del mercato del Carmine per il quale ho sviluppato il concorso di idee»
In Regione anche con progetti culturali per la città
«Vorrei che in piazza Caricamento venisse realizzato un punto turistico di rilievo regionale che possa essere riferimento per chi vuole visitare la Liguria. E proporrò due itinerari per la città vecchia: uno sui cantautori genovesi, l’altro sui prodotti tipici sfruttando proprio l’area del Carmine»
È rimasto a vivere a Genova da solo, la sua famiglia è stata costretta ad emigrare altrove. Frutto del declino della regione?
«Mio padre è dovuto emigrare a Milano perché la società di navigazione presso cui lavora ha scelto di cambiare sede proprio per l’arretratezza infrastrutturale di Genova. Così mio fratello che si è spostato a Londra»
Questo dimostra che la mancanza di Terzo Valico e Gronda si fa sentire davvero. Ed è un tema sensibile non solo ai giovani
«Ma interessa soprattutto noi giovani, perché saremo quelli che potranno beneficiare di un rilancio della città e del lavoro che opere del genere creeranno nel breve come nel lungo periodo.

Il fatto è che con Burlando certe cose non si faranno mai, fu lui che nel 2006 perse i fondi cedendo alle richieste di Di Pietro».

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