«La mia canzone contro le efelidi? Bugia: io le adoro»

I critici e i suoi fan l’avevano soprannominata Pel di Carota e lei se ne vantava. Davanti al pubblico cantava: «Ho le lentiggini e non mi piacciono», ma in realtà mentiva. A lei, Rita Pavone, la ragazza tutta chiacchiere e saltelli, quella che parlava a mitragliatrice, spigliata e irriverente, si è sempre vantata di avere le lentiggini.
Mai presa in giro dai suoi compagni di classe?
«No, per niente. Anzi, mi davano un’aria così americana e così esotica che piacevano a tutti».
E usava qualche trucco per nasconderle?
«Assolutamente no. Anche se io ho le macchie non solo sul viso ma su tutto il corpo e in estate mi aumentano anche. Eppure mai una crema per cercare di coprirle, mai un fondotinta. Io mi guardavo allo specchio e quei segni mi facevano sentire più simpatica, più divertente, in linea con il mio carattere grintoso. Le mie lentiggini sono proprio parte di me. Mi sono sempre sentita fiera, le sfoggio con orgoglio da sempre. Mode a parte».
E l’idea di farsele fare dal chirurgo?
«Quelle sono mode, mi sorprende un po’ che addirittura si ricorra alla chirurgia per farsele applicare, ma le capisco...».


Allora la canzone che cantava?
«Tutta farina del sacco degli autori, io mi limitavo a interpretarlo, ma era una bugia, a me le lentiggini mi hanno sempre fatto sentire particolare, le ho sempre portate con orgoglio. Era il mio segno distintivo. Il marchio della diversità».

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