Gianandrea Zagato
«Uè, i brasiliani lavevano ammaccata. Anche agli italiani era caduta di mano, sa tutta colpa dellemozione». Pausa. «Indimenticabile Dino Zoff che alza il trofeo, che eleva quel simbolo delluniversale bellezza dello sport». Silenzio. «Sa, al Santiago Bernabeu di Madrid cera un po dItalia, anzi cera un pezzo del cuore di Milano». Sorride Silvio Gazzaniga che di quella Coppa conosce vita e miracoli, ma avverte «non so niente o quasi di calcio». Confessione del «papà» della Coppa del Mondo, che ottantatreenne vive allombra della Madonnina.
«Lì, lho disegnata sul quel tavolo» ricorda Gazzaniga indicando uno scrittoio messo in un angolo della casa di via Stendhal. «Due disegni e un modello in plastilina che colpirono i dirigenti della Fifa. Era il 1970, il Brasile aveva appena conquistato la Rimet in circolazione dal 1930.
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