«La mia vita sulla Costa Marina: da comandante è un’altra cosa»

«La mia vita sulla Costa Marina: da comandante è un’altra cosa»

Quando divenni comandante fu un sogno che diventava realtà.
Nel marzo del 1996, dopo il mio sbarco dalla Costa Victoria, venivo chiamato negli uffici della Società: pensavo, come sempre accadeva, fosse per discutere ed analizzare l'imbarco appena concluso e per comunicarmi la mia prossima destinazione.
Il Direttore dell'ufficio personale, senza eccessivi preamboli, mi annunciava la decisione da parte della Società di affidarmi il comando della Costa Marina.
Sinceramente devo dire che dal profondo del mio cuore attendevo una simile comunicazione, ma l'emozione era così forte che sono rimasto un attimo senza parole.
Ecco, finalmente a distanza di circa 26 anni (1970 anno di entrata nella Costa) coronavo il mio sogno.
Facilmente immaginabile l'enorme gioia in seno alla mia famiglia.
Il passaggio al comando ha modificato radicalmente la mia vita a bordo della nave.
Mi trovavo a rappresentare in prima persona la Società Armatrice, mi trovavo a dover verificare che la corretta gestione e conduzione della nave avvenisse seguendo quanto previsto oltre che dalle leggi e norme vigenti anche in sintonia con le direttive societarie.
Ero adesso la persona che avrebbe dovuto prendere, qualora necessario, l'ultima decisione al presentarsi di particolari situazioni.
La mia prima manovra nella fase di disormeggio (partenza) della nave mi ha procurato una forte emozione anche perché effettuata nel porto di Genova: la mia città.
Una sensazione particolare quando, giunto sul Ponte di Comando, il Comandante in seconda mi ha riferito della prontezza della nave alla partenza (sino al precedente imbarco era il mio compito), ho iniziato ad impartire i primi ordini che avrebbero portato la nave a lasciare l'ormeggio. Per dirigere verso l'uscita del porto ed assumere quindi la rotta verso la nuova destinazione.
Usciti dal porto voltandomi verso la poppa della nave vedevo Genova allontanarsi all'orizzonte; con lei vedevo allontanarsi anche la mia famiglia, la mia casa e tutto quanto a me caro.
Questa emozione devo dire che, ogni qualvolta partivo con una nave da Genova, si è sempre manifestata con un certo «magone» e mai sono riuscito a superarla.
Questo «magone» naturalmente si trasformava in grande gioia quando ero in arrivo a Genova dai miei viaggi.
Vedere la Lanterna, distinguibile già da notevole distanza, i monti, la costa della città e la zona dove abitavo che andavano sempre più avvicinandosi: tutto ciò era affascinante e significava che stavo per tornare a casa ed a tutti i miei affetti.
Come già accennato in precedenza il Comandante di una nave da crociera in qualità di rappresentante dell'Armatore deve fare gli onori di casa ai suoi ospiti.
Nel programma di intrattenimento della crociera sono previste diverse attività: tra queste fanno spicco i vari cocktail quali:
- Cocktail di Benvenuto durante il quale il Comandante dà il benvenuto ai suoi ospiti.
- Cocktail degli Sposini durante il quale, solitamente, vengono festeggiate sia le coppie in viaggio di nozze sia quelle con particolari anniversari di matrimonio.
- Cocktail per i croceristi che hanno effettuato più crociere.
- Cocktail dell'Arrivederci durante il quale il Comandante saluta i suoi ospiti.
Vi sono inoltre anche altri cocktail dove però la presenza del Comandante non sempre è richiesta.
Per i cocktail menzionati il Comandante deve rivolgersi agli ospiti e per far ciò e necessario che lo faccia con un discorso nelle varie lingue.
Ricordo con un sorriso le mie prove davanti allo specchio con il microfono in mano (utilizzavo in questi casi un cartone arrotolato quale microfono) a ripetere molte volte i vari discorsi al fine di abituarmi a parlare davanti alle persone e soprattutto a non soffrire del «complesso del microfono».
Il primo cocktail di Benvenuto è stato carico di emozioni.
Ho pensato a questo momento ancora prima di imbarcare: non era tanto il timore di poter sbagliare ma bensì il pensiero a come sarei stato accolto dai passeggeri.
Tutto è comunque andato per il meglio e nel tempo questi cocktail sono entrati nella routine del mio lavoro.
Senza falsa modestia devo dire che, durante questi cocktail, avevo la capacità di rivolgermi agli ospiti in diverse lingue che parlavo abbastanza correntemente quali: francese, inglese, spagnolo e portoghese.
Il tedesco per me è sempre stato uno scoglio insormontabile e pertanto, quando era necessario, affrontavo questa lingua rivolgendomi ai passeggeri leggendo un foglietto.
Simpatica è stata quell'occasione durante la quale avevamo un consistente gruppo di ospiti giapponesi e durante il cocktail di benvenuto tutti si aspettavano che mi rivolgessi loro in inglese. Ricordo invece di aver preso dalla tasca un foglietto ed ho iniziato a dire poche e semplici frasi in giapponese tali da suscitare meraviglia tra gli altri ospiti ed ammirazione da parte dei giapponesi.
Diventato Comandante mi è risultato più facile avere i familiari in crociera.
I miei figli quando la scuola lo permetteva effettuavano, insieme alla mamma, delle crociere ed erano molto attratti da questa particolare vita che si sposta da una parte all'altra in giro per il mondo.
Speravo che almeno uno dei due avrebbe seguito le orme del padre, come avevo fatto io in precedenza, e devo dire di essere stato buon veggente.
Infatti il più giovane dei due figli ha intrapreso la carriera di Ufficiale anche se poi interrotta per preferire quella di Pilota del Porto di Messina dove si trova tuttora.
Il più grande, dal piede non marino, ha preferito intraprendere un'altra strada che lo ha portato ad aprire un'attività commerciale.
Ricordo con commozione la prima crociera che mio padre ha fatto con me da Comandante: dopo una manovra di partenza, tornato in cabina, mi ha voluto abbracciare e mai potrò scordare la frase che mi ha detto: «Ora me ne posso andare contento, sono fiero di te».
Questa frase a distanza di anni (mio padre purtroppo non c'è più) sempre mi procura una forte emozione perché così breve ma così piena di significato: era l'espressione della gioia e dell'orgoglio di un uomo nel vedere il proprio figlio raggiungere l'apice della sua carriera.
Mia moglie quando era in crociera ha sempre cercato di essere riservata e difficilmente partecipava ai cocktail se non per arrivare gli ultimi minuti per poi recarci insieme a cena.
Non è certo facile per la moglie del Comandante passare inosservata, ma lei con la sua semplicità e la sua intelligenza, è sempre riuscita a tenersi in disparte senza abusare della sua particolare posizione, ottenendo così la sincera stima e rispetto delle persone.
Una sera, sulla Costa Marina, le ho chiesto di venire in discoteca dove si teneva il cocktail delle coppie in viaggio di nozze: ebbene dopo i vari convenevoli e, notato che mia moglie era nella sala, il Direttore di Crociera ha annunciato agli astanti che vi era un particolare anniversario da festeggiare: i 25 anni di matrimonio del Comandante.
Si può immaginare lo stupore di mia moglie nel sentirsi improvvisamente al centro dell'attenzione: pur rimanendo apparentemente tranquilla si leggeva nei suoi occhi e sul suo viso una felicità immensa.
Mai si sarebbe aspettata una simile piacevole sorpresa.
Già in precedenza ho descritto l'emozione provata nell'effettuare la prima manovra: bene questo momento, con il passare degli anni, anche se in maniera diversa mi ha sempre procurato delle sensazioni forti che non sono facilmente spiegabili, bisogna solo viverle.
La dimestichezza mi ha portato ad effettuare le manovre sempre con maggiore sicurezza e questo non vuol dire considerarle di routine: ogni manovra, anche se effettuata nello stesso porto alla stessa banchina, si presenta sempre diversa e mai puoi darla per scontata.
Qui termina la mia grande e meravigliosa storia con la Costa Crociere: una storia lunga 32 anni ricca di soddisfazioni duranti la quale ho costruito tutta la mia vita sia professionale che privata.
Da questa società ho avuto tanto ma, sono altrettanto certo, di aver sempre cercato di dare il massimo di me stesso.
La mia riconoscenza si rivolge alle tante persone che ho incontrato durante questi 32 anni: nominarli tutti sarebbe impossibile in quanto correrei il rischio di dimenticarne qualcuno.
A questo proposito però un nome desidero farlo ed è quello di mia moglie Mirella.
Lei è stata sempre al mio fianco durante tutti questi anni, vivendo sia i momenti felici, sia quelli meno positivi.
È stata il faro che sempre ha illuminato la mia rotta indicandomi quale fosse il porto più sicuro da raggiungere alla fine di ogni viaggio: la casa ovvero la mia famiglia.
In considerazione del mio particolare lavoro, che mi teneva sovente lontano da casa per lunghi periodi di tempo, lei è stata oltre che madre anche padre nei confronti dei figli, amministratrice attenta e capace nella gestione delle problematiche famigliari.
A lei devo dire grazie se oggi mi trovo con una famiglia meravigliosa e con quella tranquillità che tutti desideriamo avere quando si lascia il mondo del lavoro.


Se all'inizio del mio cammino, descritto in queste pagine, ho detto di sentirmi un privilegiato per aver avuto la possibilità di esercitare una professione che mi ha fatto sentire realizzato, altrettanto devo di dire sentirmi un privilegiato per aver avuto la fortuna di incontrare una donna come mia moglie che, con il suo amore, la sua grande saggezza e la sua grande pazienza sempre mi è stata vicino.
(4 - fine)

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