da Milano
Accade così e poi uno si chiede il perché. Il canale musicale è quello solito, il più famoso, è mattina e allimprovviso manda in onda un video stravisto che però nessuno ha mai visto così: è Beat it di Michael Jackson. Oggi. Ci sono tanti «dopo», la nostra è lepoca dei dopo (il dopo atomica, il dopo 11 settembre, il dopo Dolly ecc.) e oggi è il dopo di Michael Jackson, che è stato assolto dalla peggiore delle accuse, che non si sa che cosa farà, che «mangia solo panini», che un tribunale potrebbe aver trasformato nel Dreyfuss del pop ma che per tanti è solo un altro Oj Simpson.
Beat it è del 1982, novembre, è di Thriller cioè dellalbum più venduto di tutti i tempi e Michael Jackson era Michael Jackson, nero, con le movenze che oggi sembrano ancor più effeminate e che il regista Bob Giraldi non si era neanche preoccupato di annacquare, virilizzare perché dopotutto si era «prima». Da anni il video di Beat it non era più in rotazione e non ci rientrò neppure quando Jacko finì nei guai.
Ora che è formalmente ripulito, Michael Jackson riappare nei palinsesti, sui titoli degli spettacoli, nelle playlist delle radio e le sue vecchie canzoni, quelle belle, quelle ancora ascoltabili, si ascoltano anche loro ripulite.
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