P iccolina, mediterranea, prosperosissima, stretta in un vestitino rosso fuoco che sembrava dovesse scoppiare da un momento allaltro, Michela Murgia è lautrice del romanzo Accabadora (Einaudi) e laltro ieri a Palermo ha centrato in pieno due bersagli: la vittoria del premio SuperMondello e lingresso, annunciato nelle stesse ore, nella cinquina dei finalisti del Campiello, da dove invece è stato estromesso Alain Elkann con la sua Nonna Carla (la polemica intorno alle ragioni di questa «esclusione politica da addebitarsi a giurati pavidi», come è stata definita, sta tenendo banco sui giornali).
Si tratta di due risultati importanti per questa trentasettenne ex studentessa di teologia, politicamente orientata a sinistra e sostenitrice, alle provinciali di fine mese in Sardegna, del partito indipendentista iRS («La Sardegna la sogno indipendente in ogni accezione del termine»). In bibliografia Michela Murgia ha poco - Il mondo deve sapere, Isbn edizioni, più qualche racconto in alcune antologie - ma con Accabadora ha conquistato i cuori degli studenti che lhanno votata per il SuperMondello (nove scuole su dieci, un plebiscito), complice il linguaggio colorito e i temi piuttosto forti, carnali, nonché unatmosfera di «isolanità» che deve aver sedotto i giovani lettori siciliani. Accabadora, infatti, è ambientato nella Sardegna degli anni Cinquanta e ruota intorno a una figura di donna molto particolare, a metà tra una strega e una levatrice al contrario, che aiuta i moribondi dando loro lultimo colpetto per laldilà. Quasi un romanzo sulleutanasia. «Anche se è improprio chiamarlo così - ci ha spiegato la Murgia - poiché le realtà sociali e tecnologiche cambiano. Negli anni Cinquanta non si stava in coma per un decennio. Ad ogni modo non cè nessuna prova storiografica che le accabadore siano realmente esistite».
Si tratta di un romanzo «onesto, niente più» come è stato detto «fuori onda» da alcuni giurati sostenitori di Accanto alla tigre di Pavolini. Ma alla fine, tra voti degli studenti e dei giurati, il SuperMondello è andato ad Accabadora. «Sono contenta se vincerò - aveva detto prima della cerimonia - perché il SuperMondello è libero, lo vinci davvero tu, senza maneggi, non dà adito a dubbi e discussioni a posteriori come gli altri premi, tipo lo Strega».
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