Pedro Armocida
da Roma
Gliene hanno dette di tutti i colori al tempo della conduzione del Dopofestival di Sanremo con Pippo Baudo, anno del Signore 2003. Ma lei, Michelle Bonev, è andata avanti, tenace e testarda come pochi, senza però rimanere indifferente alle critiche. «Non mi aspettavo di essere chiamata in maniera dispregiativa la bulgara. Mi ha molto amareggiato. Ho sempre detto di avere due patrie, quella bulgara che mi ha fatto nascere e quella italiana che mi ha dato la libertà», dice l'attrice che vedremo in prima serata su Raiuno il 2 e il 3 gennaio nel suo primo ruolo da protagonista, accanto a Terence Hill, nella fiction L'uomo che sognava con le aquile.
Di una bellezza più coriacea che morbida, Michelle Bonev appare proprio come l'ha recentemente evocata a Magazine Giampiero Mughini in un'intervista di Sabelli Fioretti: «una tipica ragazza dell'Est, di ferro, di quelle che se si scontrano con un carro armato lo abbattono». Così, anche dall'esperienza sanremese è riuscita a tirare fuori qualcosa di buono: «Ho pagato il pedaggio della notorietà improvvisa. So che a quel ruolo aspiravano tanti miei colleghi con una gavetta forse più lunga. Ma alla fine non mi è andata così male. Il pubblico mi ha conosciuto e ha poi comprato e apprezzato il mio libro». Già, perché Michelle, vero nome all'anagrafe Dragomira, dopo Sanremo ha trovato l'editore disposto a pubblicare la sua autobiografia dal titolo Alberi senza radici. E come le è capitato spesso, la sua prima volta non è stata certo con una casa editrice qualsiasi ma con Mondadori, la più grande. «Ho dovuto però lottare con loro - confida - perché volevano cambiare il mio manoscritto. Ma ho tenuto duro e alla fine è rimasto tutto quello che c'è da sapere della mia vita fino al 2000. Scrivere è la mia vocazione primaria e continuo a farlo: mi permette di riflettere e poi di agire». Naturalmente la bruna Bonev crede nella fortuna del dilettante perché «chi fa la stessa cosa da tanti anni rischia di ripetersi, mentre chi lo fa per la prima volta ci mette tanto amore». Oltre alla scrittura, l'altra sua grande passione è la recitazione, ecco quindi questo ruolo di mamma in L'uomo che sognava con le aquile dopo le due fiction Mai storie d'amore in cucina con Proietti e La bambina dalle mani sporche, e una comparsata in The Passion di Mel Gibson. «Ma - avverte - prediligo i ruoli dove è sempre presente la purezza e l'integrità della donna. Non riuscirei mai a interpretare un personaggio ambiguo». E nell'attesa di vedere come il pubblico accoglierà questa fiction, perché «qui si va avanti solo se lo share è buono», Michelle Bonev sogna il cinema che definisce il suo «obbiettivo ultimo».
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