Arianna Cioffi
Ottenere un piccolo prestito per avviare unattività imprenditoriale autonoma. Risollevarsi così dalla povertà e dallemarginazione sociale. Conquistare un ruolo di potere allinterno della famiglia e della propria comunità. Poter mandare a scuola i propri figli, avere una vera casa e tre pasti al giorno sulla tavola. È questo il microcredito: un piccolo prestito erogato a persone di fasce disagiate, soprattutto donne, per lavvio di attività imprenditoriali o per la formazione professionale. Un finanziamento che favorisce le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo ma anche le fasce povere dei Paesi occidentali e gli immigrati.
Un modo di investire che si sta facendo strada anche nel Lazio dove, per Roma e provincia, opera la fondazione «Risorsa donna», assieme ad altre onlus, alla Compagnia San Paolo e allistituto di credito San Paolo Imi (che ha creato un fondo speciale di 800mila euro). La fondazione raccoglie le richieste di prestito, valuta la fattibilità dei progetti, mette in contatto le richiedenti con la banca che eroga il denaro e garantisce dellaffidabilità, capacità di restituzione del prestito e fattibilità del progetto presentato. Sono già 22 le richiedenti che hanno ottenuto il denaro e avviato società di import-export, cooperative di infermiere, asili nido, un laboratorio di oreficeria e una lavanderia-sartoria. Queste neoimprenditrici, quasi tutte sposate, di età compresa tra i 35 e i 45 anni e provenienti soprattutto dal Sudamerica, dallEuropa dellEst e dallAfrica, potranno restituire il denaro in sei anni. Altre 52 richieste sono in fase istruttoria e potranno ottenere finanziamenti che vanno da duemila euro per percorsi formativi a 20mila per imprese avviate da singole persone a 35mila per piccole cooperative o società di persone.
Dati locali che si inseriscono in un contesto più ampio: quello di una ricerca realizzata dalla fondazione «Risorsa donna», in 11 Paesi del Mediterraneo (Marocco, Tunisia, Egitto, Libano, Giordania, Kosovo, Albania, Bosnia, Croazia, Spagna, Italia) per valutare limpatto dei progetti di microcredito su quattromila neoimprenditrici e sulle loro comunità dappartenenza.
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