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«Ma le mie creazioni vanno sfoggiate in ufficio»

«Oggetti da collezione? Neanche per sogno. I gioielli Vhernier sono da indossare tutti i giorni, per andare in ufficio». A tenere i piedi per terra, quando parla delle sue preziosissime creazioni, è Carlo Traglio, ideatore di gioielli e presidente e amministratore delegato di Vhernier.
Una spilla battuta all’asta da Christie’s non è un oggetto da collezione?
«I gioielli Vhernier sono diventati da collezione senza volerlo. E di fatti lo è solo il 5% delle creazioni. Le altre sono da indossare con naturalezza, ogni giorno: non sono oggetti da ostentare, ma piuttosto oggetti di decoro. È vero che la nostra clientela è sofisticata, ma non mi piace pensare che una collana venga messa nel cassetto e tirata fuori solo per la grande occasione».
I gioiellieri si rivolgono sempre di più al pubblico maschile. È anche il caso di Vhernier?
«Solo gemelli e orologio. Il resto è superfluo. Il gioiello è donna».
Design o materiali preziosi. Che cosa conta di più?
«Un disegno ben fatto regge qualsiasi materiale. Mentre un disegno mal fatto ha bisogno di materiale prezioso che dia un senso all’oggetto. L’utilizzo dei cosiddetti materiali poveri è per noi un processo di nobilitazione. Basti pensare alle collane in ebano e diamanti: dietro la lavorazione di questo legno c’è un lavoro folle».
Un gioielliere che cosa guarda in una donna?
«Io guardo la personalità. Mi interessa capire chi ho davanti. E in quel momento decido che cosa le sta bene. E ovviamente ogni donna è diversa: non è un fatto fisico, ma psicologico. Un gioiello serve a far diventare più bella una donna.

E, quando accade, è perché quella spilla o quella collana si addicono alla sua personalità».

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