"Le mie gaffe? Tutte vere... Sono un po' rimbambito"

Vi riproponiamo un'intervista che il compianto Massimo Bertarelli fece a Luca Giurato l'8 giugno 2008. Il giornalista si confessò al Giornale dopo l'annuncio del suo addio a "Unomattina"

"Le mie gaffe? Tutte vere... Sono un po' rimbambito"

Caro Luca Giurato, quanti Tapiri ha collezionato in carriera?
«Cinque o sei, ma sono stato il primo, e me ne vanto, a ricevere quello di platino con la corona tappezzata di diamanti».

Lei ci fa o ci è?
«Ci sono. Non ci sono nato ma diventato».

Quindi le sue storiche gaffe sono tutte spontanee?
«Assolutamente sì. Qualche volta, in dieci anni di dignitosa militanza, capita di essere un po’ rincoglioniti o distratti. La sveglia all’alba ha questi effetti».

La gaffe più memorabile?
«Ai miei inizi televisivi. Nella rassegna notturna dei giornali inventata da Vespa, parlando col vicedirettore del Corriere della Sera, credo fosse Giulio Anselmi, mi scappò un Corriere della Sorca. E non me ne accorsi. Il giorno dopo nel Tg1 delle 13.30, Lilli Gruber, lanciando un servizio della collega Daniela Tagliafico, la chiamò Daniela Tagliafica. Dandomi una mano involontaria. Un grande connubio che ovviamente finì su Striscia».

Ti sei mai vergognato?
«Un paio di volte. Quando non mi ricordai la data dell’11 settembre e quando fui morso da un cane e mi scapparono delle parolacce in diretta».

Si prepara sugli ospiti?
«In genere improvviso tutto, a meno che si tratti di argomenti che non conosco».

Tipo?
«Le scienze. Una volta definii Margherita Hack astrologa anziché astrofisica. Mi fece un cicchetto terrificante in diretta. Ci ha messo anni a perdonarmi».

Un ospite che ha rifiutato di venire da lei?
«Non mi risulta. Anzi, uno sì, Bassolino, ma non l'avevo contattato direttamente io. So che si era infuriato perché l'avevo più volte invitato a dimettersi. Io ero a disposizione per una sua replica. Ma lui mi fece sapere che l'intervista non l'avrebbe mai data. Mi è spiaciuto, ma non ci ho certo perso il sonno. E dire che io intervisterei chiunque: vado pure da Bin Laden, che vorrei vedere morto, sui monti dell'Afghanistan».

C'è qualche invitato che se l'è presa per una sua gaffe?
«Macché. C'è perfino chi sorride se gli storpio il nome. Una rarità in un Paese privo di autoironia. Si vede che risulto simpatico e si accorgono che sono sincero, il mio è un contagio positivo. Lo vedo dalle scolaresche che visitano Saxa Rubra».

Si sente più giornalista o uomo di spettacolo?
«Giornalista. E dire che avevo un padre diplomatico contrarissimo».

Lei ha avuto una lunga carriera nella carta stampata. Paese sera, Stampa sera, Stampa. Come ha cominciato?
«Come vice critico cinematografico nel 1961. Finché recensendo Un giorno da leoni di Nanni Loy, scrissi che la Resistenza è stata patrimonio anche dei cattolici, non solo dei comunisti. Al mio posto presero Dario Argento».

Quante lingue parla?
«Quattro. Male l'italiano; benissimo, almeno da ragazzo il francese, ho fatto un anno di università a Losanna, poi ho dovuto scappare per non sposarmi; quindi lo spagnolo e l'inglese, o meglio l'americano».

Laurea?
«No, in polemica con mio padre. Ho frequentato tre facoltà, ho dato un sacco di esami, ma non sono dottore».

Invece in tv ha trovato la popolarità nel '93 a Domenica in, con Mara Venier che di lei si ricorda ancora molto bene...
«Ah no, il ginocchio se l'è rotto da sola, mi è saltata addosso all’improvviso. Infatti mi ha subito scagionato. Anche se tanti hanno goduto a dire che era stata colpa mia. Comunque sono stato a lungo commentatore di politica estera per il Tg1 negli anni precedenti. Poi ho passato le mattine a informare. Divertendo. Dieci anni con tre pause».

Oltre alla Venier, lei ha avuto come partner Livia Azzariti, Antonella Clerici, Monica Maggioni, Eleonora Daniele. Tutte bionde, è un caso?
«Ma va' là, Roberta Capua è bruna, Francesca Chillemi nerissima e Paola Saluzzi rosso fuoco».

La preferita?
«Eleonora. Come se fosse mia figlia, l’ultima è la coccola come in tutte le famiglie».

Sua moglie Daniela Vergara, conduttrice del Tg2, invece è rossa come la Saluzzi...
«È la donna più bella e intelligente che conosco. Non ho mai capito perché ha sposato un matto come me».

A proposito, chi comanda a casa sua?
«Daniela, non si discute. Io sono la vittima consapevole. Guai se lascio i giornali o la borsa del nuoto in giro».

Lei non si muove come una libellula, poi magari sa ballare...
«Benissimo. In Sud America ho imparato i balli sudamericani, in Usa il rock. Peccato che ora ho un guaio al tendine, quindi niente Olimpiadi».

Non mi dica che è anche intonato?
«No, sono una pippa».

Di sicuro è dispensatore esagerato di aggettivi: grande, bravissimo...
«È una reazione inconscia al rigore della mia prosa giornalistica».

Al suo posto a Unomattina arriva Michele Cucuzza. Non ha certo la sua ironia...
«Forse no, ma ha molta esperienza. Gli faccio un casino di auguri, sperando che conservi la partner più bella. Quindi Eleonora Daniele».

E di Lamberto Sposini a La vita in diretta cosa dice?
«Sono felice per lui, è un bel recupero. Era al Tg1 quando sono arrivato. Abbiamo passato lunghissime notti sulla prima guerra del Golfo. Il lavoro comune in orario disagiato unisce».

E lei cosa farà?
«Ho proposto a Del Noce una striscia quotidiana. Voglio rischiare, rimettermi in gioco. Ho lasciato Unomattina senza certezze, né promesse».

Qualche idea?
«Penso a otto-nove minuti, divertenti e provocatori, sul metro di Le notizie di Luca, che a Unomattina hanno avuto un grande successo. L'orario? Va bene tutto, di pomeriggio come di notte. Tutti i giorni o due volte la settimana. Spero che il mio amico Fabrizio valuti, apprezzi e accetti. Se non sarà su Raiuno, vorrei restare nell'azienda, altrimenti sono pronto a mettermi sul mercato».

Finalmente recupera la vita notturna?
«Per anni non sapevo quel che succedeva dopo le dieci di sera. Riscoprire la notte mi rende pazzo di gioia. Anche se è l'alba il periodo più erotico della giornata».

Una tragedia svegliarsi alle cinque...
«Eppure più della mia vita lavorativa è cominciata alle cinque. Alla radio anche alle quattro».

Che hobby ha?
«Primo il cinema. Poi lo sport, praticati nuoto, golf, marcia veloce. Da tifoso, calcio, rugby e tennis».

Roma o Lazio?
«Malato della Roma

e tifoso del Manchester United. Colpa di mio papà, che era console in Inghilterra».

Lei ha un'età da pensione. Quando ci andrà davvero?
«Verso i 140 anni, oppure quando scoprirò che non mi diverto più».

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