Migranti, le Ong ora dettano l'ultimatum: "Fateli sbarcare entro fine 2018"

Le Ong con i 49 migranti a bordo attaccano gli stati Ue: "Li tenete in ostaggio". E chiedono di sbarcare a Malta

Migranti, le Ong ora dettano l'ultimatum: "Fateli sbarcare entro fine 2018"

Hanno i migranti a bordo e ora lanciano un ultimatum. L'ennesimo, dopo quello di ieri sera. Danno tempo all'Europa e ai suoi Stati fino "a fine anno", quindi tra qualche ora, per trovare una soluzione ai 49 migranti recuperati in mare.

"È disumano e senza scrupoli che nessuno Stato europeo si assuma questa responsabilità. Solo in Germania, oltre 30 città hanno accettato di accogliere le persone. Il fatto che siamo ancora in mare è la dimostrazione del fallimento di ogni singolo Stato membro dell'Ue e, innanzitutto, per il ministro dell'Interno tedesco", afferma Philipp Hahn, capo missione di Sea-Watch 3.

L'Italia attraverso il ministro Salvini ha confermato l'indisponiblità ad aprire i porti alle navi delle Ong con i migranti a bordo. Era il 22 dicembre scorso quando la Sea-Watch 3 ha soccorso in mare 32 persone, mentre le altre 17 sono state tratte in salvo dalla Professor Albrecht Penck di Sea-Eye. A nessuna delle due navi, però, è stato ancora assegnato un porto sicuro in cui approdare e così per ora le imbarcazioni rimangono al largo in attesa di una soluzione. Per le associazioni umanitarie i profughi sarebbero "ostaggi" degli Stati Ue "che negano loro un porto sicuro". Secondo Sea-Watch e Sea-Eye l'Europa deve trovare una soluzione "entro la fine del 2018". Le due Ong sperano in un approdo a Malta, considerata la "opzione più logica" in attesa di un "accordo finalizzato a ridistribuire le persone all'interno di una soluzione europea".

"A causa delle dimensioni dell'isola e del fatto che Malta - scrivono le due Ong in una nota congiunta - in proporzione, offre riparo ad un numero maggiore di rifugiati rispetto a qualsiasi altro Paese europeo, questo è comprensibile; tuttavia i problemi di ridistribuzione devono essere risolti a terra e solo dopo uno sbarco sicuro". L'obiettivo delle Ong, dopo lo sbarco a Malta, sarebbe quello di promuovere la redistribuzione dei migranti in Germania dove diverse città federali, tra cui Berlino, Amburgo e Brema si sono messe a disposizione per ospitare gli immigrati.

Non si ferma quindi l'azione tanto criticata delle Ong in mare. Azione messa in crisi dalla chiusura dei porti disposta dall'Italia.

"La legge del mare dice chiaramente che il tempo che le persone devono trascorrere in mare, dopo essere state tratte in salvo da una situazione di distress, deve essere ridotto al minimo", afferma Jan Ribbeck, capo missione sulla nave di Sea-Eye, la Professor Albrecht Penc.

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