Cultura e Spettacoli

Mikhalkov a Cannes è il «Sole ingannatore» delle polemiche

Ieri a Cannes è stato il giorno della sorpresa per le eccezionali misure di sicurezza messe in atto per la proiezione di Hors la loi, l’epopea dell’indipendenza dell’Algeria raccontata, partendo dal 1925, dal regista franco-algerino Rachid Bouchareb candidato all’Oscar nel 2007 per Days of Glory. Fuori dalla sala giornalisti di ogni nazionalità sono stati perquisiti con minuzia, e sono stati controllati e svuotati zaini e borse mentre in sala sono stati presenti, durante la proiezione, decine di agenti. E sulla Croisette blindata, polizia in assetto antisommossa e manifestazione degli ex coloni francesi rimpatriati dopo l’indipendenza. Insomma, un film molto atteso che, dato il tema sempre «caldo» per la società francese, era stato preceduto da grandi polemiche e che al festival ha creato anche problemi di ordine pubblico.
E mentre Ken Loach attacca il neopremier britannico Cameron («il Paese ha portato al potere di nuovo chi indossa bei vestitini e si prepara a distruggere la working class») e già si danno per favoriti alla vittoria Mike Leigh per la sua storia di famiglia (molto allargata) Another Year e il francese Xavier Beauvois per il suo dramma religioso Des Hommes te des Dieux, si attendono per oggi gli ultimi due film in concorso, il primo dei quali ha già creato notevoli polemiche. Si tratta di Esodo - Il sole ingannatore 2 di e con Nikita Mikhalkov e Il progetto Frankestein dell’ungherese di Kornel Mundruczo. In Russia l’opera di Mikhalkov, seguito de Il sole ingannatore del 1994, è stata presentata in anteprima il 9 maggio, anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Europa e grande festa dell’orgoglio nazionale russo. E non è piaciuta granché, oltre a rappresentare l’occasione per i molti cineasti di attaccare Mikhalkov, colpevole secondo loro di «governare» il cinema russo con modi staliniani. E pensare che Esodo è il secondo capitolo della storia dell’ex generale Kotov che, ufficialmente morto in un lager comunista dove era finito alla fine del primo episodio della saga, nel 1941 si arruola come soldato semplice e cerca la morte contro i tedeschi ritenendo che i suoi familiari, in quanto congiunti di un epurato, siano stati vittime delle persecuzioni staliniane. Quanto all’ungherese Il Progetto Frankestein, viene accreditato del ruolo di possibile sorpresa dell’ultima ora. Racconta di un adolescente ribelle, senza padre e poco amato dalla madre, che si mette nei guai uccidendo una persona in una rissa.
Per il cinema italiano, intanto, è tempo di premi.

L’anziano Border Collie di nome Vuk, fra i protagonisti di Le quattro volte di Michelangelo Frammartino, ha vinto il Palm Dog, attribuito dalla stampa inglese alla migliore interpretazione canina.

Commenti