Tra Milan e Ronaldinho è un braccio di ferro: lui vuole partire gratis

Il brasiliano, in alternativa, chiede un ricco rinnovo Il club non ci sta: se andrà via, risparmierà 20 milioni

Molto rumore per nulla. O se preferite il titolo originale in inglese: Much ado about nothing. La sostanza è sempre la stessa. Sotto l’offensiva mediatica che descrive Ronaldinho di ritorno nel calcio di casa sua, in Brasile, al Flamengo, non c’è ancora niente di concreto. Nè una telefonata del club brasiliano, nè una dell’interessato o meglio ancora di suo fratello Roberto de Assis, dato in partenza per Milano con la missione di ricercare l’accordo e invece rimasto comodamente nella sua abitazione di Porto Alegre. Sul conto di Ronaldinho, al club di via Turati risulta solo il concreto interessamento dei Galaxy di Los Angeles, sottoposto però al famoso vincolo che prevede l’arrivo di grandi stelle del calcio europeo a fine contratto, quindi a costo zero, come nel caso più famoso e recente, di David Beckham, per esempio.
Non solo. Altri due dettagli hanno fornito al Milan l’impressione che l’offensiva mediatica tendente a separare subito Ronaldinho dal Milan abbia subito una frenata strategica: 1) la telefonata della sorella di Dinho, Denis, alla segreteria rossonera per chiedere e ottenere il calendario della preparazione di pre-campionato del club, compresi i trasferimenti per le amichevoli in giro per il mondo; 2) la decisione non più confermata dell’interessato di parlare del proprio futuro alla tv brasiliana di maggiore ascolto, Reteglobo.
Ronaldinho sarà di ritorno a Milano dalle vacanze lunedì 19 luglio, il giorno dopo si presenterà al raduno scortato dal fratello e sarà in quella circostanza che prenderà il via il negoziato che si presenta complicato. Perchè se è vero che il Flamengo non fa mistero alcuno di una possibile intesa con il Gaucho, condita da qualche ingenuo errore sul contratto con il Milan (secondi i media brasiliani conterrebbe una improbabile clausola per la rescissione automatica da gennaio 2011 e invece tale clausola è inapplicabile oltre che inesistente), è soprattutto vero che Adriano Galliani ha liquidato la vicenda con una frase secca: «Nè il Flamengo, nè Ronaldinho, nè suo fratello si sono fatti vivi col Milan».
Questa frase non è la risposta banale alla richiesta di chiarimenti. Vuol dire che il Milan è pronto a mettersi a un tavolo per discutere e trattare la partenza anticipata di Dinho che comporterebbe, per il monte stipendi un risparmio secco di 20 milioni di euro, al lordo delle trattenute fiscali. Mica male: specie se poi, alla cifra, fosse aggiunto un modico incasso per il cartellino, anche 7-8 milioni il prezzo che si può strappare nell’occasione.
Ronaldinho invece insegue un altro proposito. Prima di partire, ha ripetutamente chiesto di prolungare il contratto oltre la scadenza di giugno 2011: Galliani è stato irremovibile. «Se ne riparlerà da gennaio» la risposta per motivare il fantasista brasiliano, fotografato in Brasile con qualche chilo di troppo. Nel tentativo, ormai scoperto, di guadagnarsi prima del tempo la riconferma, Roberto de Assis ha intenzione di fare al club il seguente discorsetto: «Da gennaio siamo liberi di prometterci a chiunque, e in questo caso il Milan ci vedrebbe partire incassando zero. Prolunghiamo il contratto di uno o due anni e Ronaldinho mette la parola fine a ogni progetto di ritorno in Brasile». In via Turati la richiesta viene considerata irricevibile perchè il principio da salvaguardare è il seguente: se il Gaucho vuole ritornare in anticipo in Brasile, deve negoziare col club rossonero la cessione. Per sintetizzare: gratis non parte nessuno.
Anche perchè altri esponenti della rosa, che il Milan sarebbe interessato a “sbolognare“, continuano a rifiutare qualsiasi destinazione. L’ultimo caso è quello di Jankulovski, proposto al Genoa in cambio di Papastathotoulos, il difensore greco di 22 anni, utile ad assortire meglio il reparto difensivo (può giocare sia a destra che centrale). Nonostante il no del ceco (assistito da Alessandro Moggi), Galliani è pronto ad accogliere in prestito, con diritto di riscatto, il greco utilizzando il gruzzoletto ricavato dalle cessioni di Storari alla Juve (5 milioni di euro), Darmian al Palermo (750 mila euro per la metà) e l’avvenuto dimezzamento del contratto di Oddo passato da 3 milioni netti l’anno a 1,5 consentendo un risparmio (di 3 milioni al lordo delle tasse) sul bilancio del 2010.


Tutti gli sforzi fin qui fatti da Galliani sono infatti tesi a un solo obiettivo: alleggerire il deficit del prossimo 31 dicembre, giorno di chiusura contabile del pianeta Fininvest, e quindi anche delle controllate, tra cui appunto il Milan. Secondo le previsioni attuali, il deficit si aggirerebbe sui 40 milioni di euro con relativo assegno da parte dell’azionista Silvio Berlusconi. E poi dicono che ha smesso di finanziare il Milan.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica