Il Milan gambe all’aria si affida alle vecchie glorie

Il diavolo ha pane e denti, ma un tridente così spuntato che non affonderebbe nemmeno nel burro. Eccesso di estro e fantasia al potere. Teorema di come tre palloni d’oro, nel pallone, ci finiscano con gli altri compagni a totalizzare zero punti in due giornate. Allarme rosso, anzi rosso nero. Saccheggiati gli annali, si sprecano i riferimenti matematici e le congiunture astrali: un incipit horribilis assai che non accadeva dall’86, crisi del settimo anno di Ancelotti e via ironizzando sul perché Shevchenko sia tornato al Milan, su quanto manchi al ritorno al Barcellona di Ronaldinho e ai saluti del Mister. Ma accanto al «Milan golia» piegato, senza nemmeno bisogno della fionda di Davide, da Bologna e Genoa (per tacer degli impegni extra campionato) c’è un altro Milan che sta per dare il calcio d’inizio alla stagione: è la compagine delle All Star rossonere che, con coraggio, ha scelto il più cupo dei day after per presentare i suoi impegni a favore della Fondazione Milan e dell’Unione Lotta alla Distrofia Muscolare. L’esordio sarà lunedì prossimo all’Arena Civica contro la Nazionale degli stilisti e «speriamo che il Milan riesca a battere almeno loro», chiosa, ferito e sagace, Giovanni Terzi, assessore allo Sport e sostenitore dell’evento oltre che tifoso scornato.
Nelle sue parole c’è tutta la mestizia del popolo rossonero. «Stiamo mettendo in campo una squadra di over 35 che dirà il fatto suo», aggiunge benzina sul fuoco, fra il serio ed il faceto, Daniele Massaro. Lui comincerà dalla panchina perché ultimamente si è allenato più a golf. Altri sfoggiano ormai una maglia XL, ma sono ancora impegnati come allenatori. «Stiamo organizzando una trasferta nei Paesi dell’Est», spiega Massaro. L’attività della squadra si affianca a quella della Fondazione Milan: dal 2003 sono stati raccolti 3,5 milioni di euro per 41 progetti di sostegno al calcio giovanile e di beneficenza. Già, beneficenza: a quando allora un derby All Star Milan contro il Milan che vince(va)? Ma Massaro è cauto: «Non dimentichiamo quanto sono forti: ora si sentiranno un po’ come pugili suonati e troveranno il modo di reagire». Il «suo» Milan lo trovò anche nei periodi bui: «Ricordo con Sacchi e il suo modulo qualche inizio stentato: in fondo con le squadre “minori” abbiamo sempre sofferto ad inizio campionato. Speriamo - prosegue Massaro - in una rimonta già da giovedì in Uefa e poi domenica con la Lazio, la prima della classe». C’è un «giocatore» del Milan d’antan che Massaro metterebbe in campo oggi a dar manforte: «È la mentalità, quella che ti fa continuare a vincere anche dopo aver tanto vinto».

Tiziano Crudeli, voce e cuore sofferto rosso nero, boccia il tridente e la troppa carne al fuoco: «Sheva è uno spettro, Ronaldinho corre a 4 all’ora in un calcio che è velocità. Salvo Kakà, reduce da un infortunio e salvo la squadra che è ad organico pieno solo da 6 giorni, ma c’è troppa pressione su Ancelotti». Ma la stampa si sa, ha fretta di dare un titolo ad ogni pallone mancato.

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