Milan-Juve, la febbre degli ex tra scarti, tradimenti e vendette

La legge dell’ex può dare la sentenza-scudetto. Perché Milan-Juventus è anche, o soprattutto, la sfida di quelli che hanno giocato sulle due sponde e che sono pronti a servire la vendetta perfetta. Due su tutti: Zlatan Ibrahimovic (se verrà ridotta la squalifica) e Andrea Pirlo. Ma non solo. Perché sono dieci i giocatori che hanno vestito entrambe le maglie: sei agli ordini di Max Allegri e quattro di Antonio Conte. Sono loro a togliere il sonno ai tifosi, potrebbero riaprire il cassetto dei ricordi. Storie di polemiche e veleni, rimpianti e dispetti. Chi scriverà il capitolo scudetto?
Ibrahimovic è ancora sub judice in attesa del verdetto sul ricorso contro la squalifica, causa manata ad Aronica. Lui è l’ex per antonomasia. Lasciò i bianconeri nell’estate di Calciopoli, protagonista di un derby mercato. Alla fine scelse proprio l’Inter, e a Torino non hanno mai perdonato. Ma lo svedese tratta i vecchi colori senza pietà, tanto da non esitare a vestirsi di rossonero. E se segna esulta, altro che rispetto. Se c’è da alzare le mani non si tira indietro. Vedi ditata a Marco Storari in coppa Italia.
Un faccia a faccia tra ex perché il portiere proprio dal Milan passò alla Juventus due estati fa per fare il vice-Buffon, ko alla schiena ai mondiali. Come qualche anno prima andò a Torino per sostituire il numero uno dell’Italia anche Christian Abbiati, ora titolare rossonero. Super Gigi si fece male alla spalla nel Trofeo Berlusconi dopo uno scontro con Kakà. E il Milan lo diede in prestito gratuito ai bianconeri. Ma quelli non erano i tempi della «guerra fredda». Infatti in quegli anni si facevano anche affari.
Uno su tutti Filippo Inzaghi, costato settanta miliardi delle vecchie lire. Salutò la Juve che puntò su David Trezeguet. Tutti felici e contenti perché entrambi hanno poi fatto la storia dei due club. Superpippo al massimo si godrà la sfida dalla panchina. Allegri lo ha messo ai margini. A proposito di attaccanti, invece, ballottaggio tra due ex rossoneri per Conte: Alessandro Matri e Marco Borriello. Il primo il Milan l’ha solo sfiorato dopo la trafila nelle giovanili. L’altro, invece, è stato sedotto e abbandonato dal Diavolo più volte. L’ultima fu per Ibrahimovic, e Borriello disse basta. Ma disse no anche alla Juve, meglio la Roma perché lo comprò a titolo definitivo. Poi ha cambiato idea, i tifosi no. Un gol-scudetto lo riabiliterebbe. In casa Milan, oltre ad Abbiati, l’unico sicuro di esserci nella notte scudetto del Meazza si chiama Antonio Nocerino. Il “colpo” di Adriano Galliani. Altro che Tevez. Sette gol al costo di 500mila euro. Tanto ha incassato il Palermo. Per uno scarto della Juventus. Cresciuto nel vivaio, fu richiamato a Torino dopo il ritorno in serie A. Subito titolare, poi “sacrificato” nell’affare Amauri. Sbattè la porta: «Questo è un addio». Difficilmente, invece, troverà posto Gianluca Zambrotta, ormai quinto terzino rossonero. Dopo il Mondiale e lo scandalo Calciopoli, al contrario di Buffon e Del Piero, preferì fare i bagagli e volare a Barcellona. Il popolo bianconero non ha dimenticato. Non ci sarà Alberto Aquilani, unico infortunato dei dieci ex. Protagonista l’estate scorsa dello scambio “indiretto” di registi tra Milan e Juve. I bianconeri non l’hanno riscattato, è tornato a Liverpool e Galliani ha colto al volo l’occasione. Ripagato con assist e gol prima dell’ennesimo ko. Il suo posto a Torino l’ha preso proprio Pirlo che si è preparato segnando il suo primo gol bianconero contro il Catania. Infortuni e scelte di Allegri ne hanno fatto un comprimario dell’ultimo scudetto. Ora da ex vuole scucirlo dalle maglie rossonere.

A Torino è rinato e i rossoneri volano anche senza di lui, ma appena sbandano rispunta il nome di Pirlo. Torna da rivale in quella che è stata la sua casa per dieci anni. E' la terza volta, la prima che conta davvero. Ha detto: «Sarò emozionato». Non sarà il solo nel Milan-Juve degli ex.

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