da Milano
E lo chiamano sorpassino. Già, non cè da essere molto fieri da questaltra parte del Naviglio. Il Milan, col fiatone, liquida il Parma ma ne subisce il fiero e coraggioso recupero. Tre gol, due di Marchionni e uno di Paolo Cannavaro su papera di Dida, dicono tutto. E questa volta non cè solo il portiere brasiliano sul banco degli accusati. Anche Nesta deve prendersi la sua porzione di fischi e di censure. È irriconoscibile da qualche mese a questa parte e forse anche Lippi deve preoccuparsi. È assurdo che il Milan per liquidare il Parma debba impiegare la bellezza di quattro gol. Daccordo è il super-attacco del campionato ma con quella banda del buco là dietro, non va da nessuna parte. E se lallenatore non prova a fare qualcosa di concreto, il rischio di unaltra figuraccia è dietro langolo. Chiamatelo sorpassino, Milan secondo dietro la Juve, nove punti davanti. Ma niente trionfalismi.
È un metodo antico, caro alle nostre nonne: per togliere il singhiozzo al bimbo bisogna procurargli uno spavento artificiale. Così il Milan prima prende uno spavento (papera di Dida, palla ripresa da Paolo Cannavaro e messa nel sacco a porta vuota) e poi impiega dieci minuti per liberarsi delleccesso di vacanza e recuperare una dignitosa distanza dal Parma.
Nel Milan dei primi 20 minuti giocano in due contro il Parma, Seedorf e Serginho, e non è sufficiente a rompere lequilibrio specie se in difesa ansia si aggiunge ad ansia, e a un angolo (inutile) provocato da Kaladze si aggiunge lennesima perla di Dida: in uscita si lascia sfuggire una palla semplice semplice consentendo a Paolo Cannavaro di illudere il fratello Fabio e la compagnia al seguito. Si sveglia Kakà, e con laiuto della deviazione di Cardone, consegna l1 a 1, si sveglia Gilardino, su assist di Sheva, ed ecco il 2 a 1 scodellato di testa, si presenta al tiro dal limite ancora Kakà e desterno mette il sigillo al 3 a 1 che scaccia un po di streghe e mette le ali ai piedi del Milan. Che gioca un calcio geometrico ed esaltante in alcuni passaggi, sfiorando il bersaglio grosso, rivendicando un rigore (Couto su Sheva) e lasciando al Parma, in contropiede, solo briciole.
La presunzione, per il Milan, è sempre dietro langolo. E così nonostante il comodo vantaggio, riesce a complicarsi la vita in modo indecoroso nella ripresa. A un certo punto, infatti, dopo il punto annullato a Sheva (fuorigioco di Serginho), il Parma riapre la sfida con un passaggio smarcante di Dessena per Marchionni, il migliore dei suoi. A quel punto cè bisogno dellintervento di Rui Costa per ristabilire il distacco e mettere Sheva nelle condizioni di firmare il 4 a 2. Tutto finito? Neanche per idea. La difesa del Milan è una specie di di banda del buco e consente a Marchionni, indisturbato, di filare verso Dida regalando ai suoi lillusione di una possibile rimonta. Il a 3 a 4 è già qualcosa per Beretta che alla fine finisce espulso per una protesta eccessiva. Il Milan invece non riesce a godersi il sorpassino sullInter della serata. Imbarcare acqua come riescono a fare Nesta e Kaladze, oltre a Dida, è una situazione preoccupante. Che non può lasciare nessuno tranquillo.
Al Milan serve un poker contro la banda del buco
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