Milanesi da spremere: tocca alla casa

Pdl e Lega in piazza contro la stangata. Ma Pisapia vuole ritoccare anche gli estimi catastali. LA FILOSOFIA «Più tasse e meno sicurezza: ecco la città che vuole la sinistra». DE CORATO «È la mazzata più grossa che si sia vista negli ultimi 25 anni»

Milanesi da spremere: tocca alla casa

Pisapinocchio e la stangata. Centrodestra in piazza e chiassata con urla e striscioni del pubblico in consiglio comunale per protestare contro la manovra sanguisuga del nuovo sindaco Giuliano Pisapia e della giunta di centrosinistra. Che, proprio in questi giorni, stanno varando l’aumento del biglietto Atm a un euro e mezzo, l’introduzione per la prima volta dell’Irpef e annunciano per l’autunno l’aumento della Tarsu, la tassa sulle immondizie, l’introduzione di quella di soggiorno, la revisione degli estimi catastali e una raffica di altri rincari.
«La Milano di Pisapia, più tasse meno sicurezza», il volantino che distribuirà in città il Pdl e che è stato presentato ieri in piazza san Babila dal ministro Ignazio La Russa con i sottosegretari Daniela Santanchè e Laura Ravetto, i deputati Riccardo De Corato e Paola Frassinetti. «Addizionale Irpef, aumento del biglietto del tram, via i militari dalle periferie», il testo che si conclude con una rivisitazione in chiave ironica del più gettonato motto della campagna elettorale della sinistra. «Il vento è cambiato davvero... In peggio». Col ministro La Russa che aggiunge, «ormai è diventato tempesta». Assicurando che ora «i milanesi incominceranno ad apprezzare il lavoro dell’ex sindaco Moratti, a volte colpita da ingiuste critiche. E che ora diventerà una risorsa per l’opposizione». La Russa ha voluto «ringraziare tutto il gruppo in consiglio perché con la maratona nella notte in consiglio comunale ha cominciato a far capire come si fa opposizione a chi vuole danneggiare i milanesi e ha costretto il centrosinistra ad alzare l’esenzione all’addizionale Irpef a 33.500 euro. Se non altro, si arriva a salvare i redditi fino a 1.500 euro al mese grazie all’opposizione dura». Per la Santanché «i milanesi stanno vivendo sulla loro pelle la ricetta Pisapia, il sindaco sta portando avanti un laboratorio per quello che è il progetto del centrosinistra che cercheranno di attuare in tutta Italia». Per Riccardo De Corato «nemmeno le giunte social-comuniste degli anni ’70-’80 avevano mai fatto manovre così inique e messo le mani nelle tasche dei cittadini».
Con La Russa che proprio nel giorno in cui i militari cominceranno a lasciare Milano e i loro compiti di appoggio alle forze dell’ordine, chiede a Pisapia un segnale di «resipiscienza politica» per mantenere in città quel «plus di sicurezza» rappresentato dalle divise. «Perché non possiamo immaginare che i militari svolgano la loro missione in un ambiente che li disistima. Senza la giusta dignità non possono svolgere alcun lavoro». I militari ritirati da Milano, spiega La Russa, saranno destinati «a Padova (che ha un sindaco di centrosinistra come Flavio Zanonato, ndr) e in alcune località turistiche». Proprio per questo il ministro spera che a settembre, «quando le necessità delle città di mare diminuiranno», Pisapia possa ripensarci e tornare sulla sua decisione di rinunciare ai pattugliamenti delle stellette nei quartieri più a rischio.
Nel pomeriggio manifestazione in piazza Scala mentre in aula si discute la manovra. La Lega distribuisce aranciata. «Spremiamo le arance - grida l’ex assessore Alessandro Morelli nel megafono - prima che gli arancioni spremano i milanesi». Mentre per il segretario cittadino Igor Iezzi il Carroccio continuerà a protestare perché «un’altra manovra è possibile, senza nuove tasse e aumento del biglietto del tram». Non solo.

Perché Iezzi promette anche di «vigilare su quello che Pisapia e la sua giunta faranno delle azioni di Serravalle, i milanesi sono già stati fregati una volta da Penati e dalla sinistra». Poco dopo l’entrata in consiglio comunale, la bandiera della Lega sventolata, lo striscione srotolato e le urla «Pinocchio, Pinocchio», rivolte a Pisapia che ha già tradito le promesse fatte in campagna elettorale.

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