Milano avvisa Maroni: «I profughi? Sono già troppi»

Le aspettative sono tante, le domande a cui dare una risposta anche: quanti profughi libici arriveranno? Quando? Dove saranno ospitati? I rappresentanti della Lombardia si preparano all’incontro di questa sera a Roma con il ministro Maroni, dove metteranno ben in chiaro i punti su cui non hanno intenzione di cedere e quelli ancora da chiarire. Ormai da settimane. Questione numero uno: se ci sarà una tendopoli, dove sarà? A Montichiari? E poi ancora. La Lombardia conta già il 25% degli immigrati presenti in Italia, quindi «è giusto che siano prima le altre regioni a fare la loro parte».
Al tavolo romano quindi si chiederà di non infierire sul territorio: «Ulteriori arrivi - fa notare l’assessore lombardo alla Protezione civile e sicurezza Romano la Russa - potrebbero produrre problemi di ordine pubblico». Palazzo Marino ha più volte fatto notare al ministro Maroni che «Milano ha già fatto abbondantemente la sua parte». E più volte il presidente Roberto Formigoni ha intimato a rivedere la proporzione stabilita dal governo: mille immigrati per ogni milione di abitanti. Se il criterio dovesse essere rispettato alla lettera, la Lombardia si troverebbe ad ospitare tra gli 8mila e i 10mila abitanti. Una cifra giudicata «eccessiva» dalle istituzioni. Sia Formigoni sia il sindaco Letizia Moratti ribadiscono la necessità di accogliere solo ed esclusivamente i profughi e aspettano di conoscere eventuali nuove soluzioni pensate dal governo. «È necessario fare una distinzione - spiega la Moratti - tra i rifugiati politici e i clandestini o coloro che vengono nel nostro paese non per emergenze umanitarie». Romano La Russa, che al Viminale rappresenterà la Regione Lombardia, teme l’effetto boomerang: «L’offerta di protezione temporanea - spiega - potrebbe essere interpretata dai tunisini come un incentivo a lasciare la propria terra. Ecco perché si deve lavorare per predisporre centri di identificazione ed espulsione, con rimpatri rapidi e sicuri. Speso si chiarisca definitivamente che la Tunisia è disponibile ad accogliere i suoi cittadini emigrati».
Secondo La Russa resta poi «del tutto incomprensibile» l’atteggiamento che sta tenendo l’Unione europea: un modo di agire apertamente ostile all’Italia che, qualora dovesse proseguire, ci costringerebbe a dar vita a sbarramenti e respingimenti sempre più duri, con tutte le gravi conseguenze del caso». All’incontro parteciperà anche il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà che reputa l’ipotesi di concedere un permesso di circolazione temporaneo agli immigrati «una soluzione transitoria» per garantire «un minimo di legittimità alla presenza di centinaia di migliaia di persone» sul territorio italiano.

Come se non bastassero le polemiche in corso, ci si mette pure il «qui pro quo» tra il presidente del Consiglio regionale Davide Boni e L’Espresso su una presunta intervista in cui Boni avrebbe affermato che la Lega è pronta a lasciare il governo «se il premier non porta a casa il risultato con la Tunisia» Una dichiarazione che tuttavia Boni dice di non aver mai rilasciato. «Abbiamo la registrazione» replicano dalla redazione dell’Espresso.

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