Cronaca locale

«Milano capitale» E i vip sposano l’idea del Senatùr

(...) Bossi propose Milano capitale. Correva l’anno 2003 e il federalismo era materia incandescente. Adesso il dibattito si accende con meno isterìe. Spiega tranquillo Bossi: «Meglio cento capitali che alla fine si trovano unite a mantenere la loro libertà. Se c’è una sola capitale e le altre non contano niente, allora sì diventa pericoloso». Milano capitale è sogno da decadenza dell’impero romano o da nostalgie bonapartiste, ma dietro la formula impossibile si nasconde una richiesta di maggiore riconoscimento, alla vigilia del tavolo tra governo e Regione Lombardia che dovrà discutere autonomie e competenze. Venerdì prossimo il governatore Roberto Formigoni sarà a palazzo Chigi per avviare le trattative. Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura di Milano, difende le prerogative lombarde: «Bossi ha ragione, è intuitivo. E la mia non è una valutazione non politica ma basata sui fatti. Non c’è dubbio che Milano sia la capitale. La capitale è lì dove le cose accadono e non mi sembra che capiti niente a Roma. A Roma le cose cadono dall’alto. A Milano c’è qualunque cosa, dalla moda al design alla televisione all’arte al teatro al musica, tutte le espressioni della civiltà culturale e artistica. Tutta l’economia, le banche. C’è il primo giornale, il primo teatro, il primo teatro musicale, gli editori, c’è Berlusconi... A Roma resta la tv di Stato, che è un baraccone di raccomandati, e il cinema, che in Italia non conta nulla».
Concorda il vicepresidente della Regione, Viviana Beccalossi: «Bossi non ha tutti i torti. Di fatto Milano è la capitale di tanti primati. Non sono leghista, credo profondamente nell’unità d’Italia ma credo che Milano sia di fatto la capitale d’Italia. Penso che nessun cambiamento politico, sociale e economico degli ultimi vent’anni possa non passare da Milano». Passa all’elenco dei meriti? «È già la capitale della Borsa, dell’economia, della moda. È la capitale del volontariato». Manca però l’ottimismo: «Nonostante ciò, purtroppo dubito che possano essere compiuti passi istituzionali. Eppure, basterebbe riconoscere alcuni apparati statali o almeno strutture come la Rai e Malpensa. Servirebbe per avvicinare tanti cittadini che si sentono trattati come se fossero di serie B». La Beccalossi, da assessore all’Agricoltura, aggiunge un particolare in più: «A differenza di quel che tanti pensano, Milano è anche la capitale della gola. Alla fine in Lombardia ci sono più ristoranti stellati che altrove e Milano è la città in cui si compra più vino di qualità».
Da Roma, dove è parlamentare dell’Ulivo, parla con animo milanese l’ex sovrintendente della Scala, Carlo Fontana: «Bisognerebbe riflettere su come è avvenuto il processo di unificazione del nostro Paese, che ha avuto come sbocco inevitabile che Roma sia la capitale. Certo, io avrei guardato con maggiore attenzione alle tesi di Carlo Cattaneo piuttosto che a quelle di altri. Ma è andata così e l’acqua passata non macina più». Il resto è un’ode alla Madonnina: «Nella mia vita non mi sono mai fermato di fronte ai fatti nominalistici formali. Milano nella sostanza ha un ruolo fortemente nazionale, la vita non è fatta di medagliette e di pecette. Tanto più Milano è milanese, tanto più è nazionale e europea. Tanto più è local, tanto più è glocal.

Milano faccia Milano e così può svolgere pienamente la funzione e il ruolo che ha».

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