Milano è fra le città meno care d’Europa

Milano e il caro-vita. Sorpresa: il capoluogo lombardo è fra le capitali meno costose d’Europa, è più vicino ai Paesi dell’Est che a Parigi o Barcellona. Lo rivela un’indagine della Camera di commercio che ha elaborato i dati provenienti dall’Economist Intelligence Unit e valutato le variazioni dei prezzi nel 2009 guardando alle seguenti categorie: alimentari, alcolici, articoli per la casa, per la cura personale, tabacco, utilities, divertimenti, trasporti (non pubblici) e affitti. Al vaglio 32 città, Milano è al 24esimo posto. Al primo Londra, la più cara in assoluto, seguita da Oslo (seconda) e Copenhagen (terza). Parigi è al quinto, Vienna al nono, Zurigo al decimo. E poi Barcellona al quattordicesimo, Madrid al sedicesimo, Berlino al diciassettesimo. Perfino Roma e Atene sono più care, rispettivamente al 21esimo e al 23esimo posto. I centri più virtuosi, rispetto al capoluogo lombardo, si trovano soprattutto a Est, da Praga a Budapest a Sofia (ultima in classifica e dunque meno cara) ma c’è anche Lisbona, al ventottesimo posto. Rispetto all’anno passato però, (il 2008) i prezzi a Milano sono cresciuti del 3,1 per cento. Sono saliti i costi per: affitto, tabacco, utilities e divertimenti. Inalterati i prezzi per alcolici, trasporti e cura personale. Diminuiti invece quelli relativi agli articoli per la casa. Milano si conferma la città più conveniente per l’acquisto di alcolici. «Questo paniere non è quello dell’Istat ma rivela che a Milano il rapporto qualità prezzi è ottimo e mi riferisco a servizi come le università, gli ospedali e la distribuzione grande e piccola» è il commento di Renato Borghi vicepresidente dell’Unione commercianti. Critico invece il Codacons: «La Camera di Commercio di Milano si è fatta abbagliare dal sole di agosto - commentano all’associazione consumatori - quello che conta non è la percentuale relativa di aumento, ma i prezzi assoluti dai quali si parte.

Sono questi che determinano il vero costo della vita e che rendono Milano la città più cara d’Europa, come svariate ricerche hanno sempre dimostrato». Il Codacons chiede all’Istat di fornire «non solo l’indice dell’inflazione ma una misura del costo effettivo della vita, ossia di quello che effettivamente le massaie finiscono per pagare quando vanno a fare la spesa.

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