«Milano è una città a rischio, basta con le dichiarazioni buoniste sul settimanale più letto dItalia. Il consigliere Pdl Riccardo De Corato, ex vicesindaco e assessore alla Sicurezza, ha sfogliato «Famiglia cristiana» in edicola questa settimana con una lunga intervista al sindaco Giuliano Pisapia. Rilasciata prima della tragica morte del vigile di quartiere Nicolò Savarino, per cui sono ricercati due nomadi di origine slava. Nellanalisi dei reati, sostiene Pisapia, ce nè «uno solo in crescita, i furti al supermercato legati allaumento della crisi» ma ammette che cè «un senso di insicurezza di cui bisogna tener conto, per questo entro giugno avremo 500 vigili di quartiere». Per «creare sul territorio quel senso di sicurezza di cui i cittadini hanno bisogno». Tra i primi atti ha soppresso le ordinanze sul coprifuoco perchè, sostiene Pisapia, erano «spesso discriminatorie, come il divieto di vendere kebab o la chiusura anticipata dei negozi, non servivano a nulla se non peggiorare il senso di insicurezza». E chiede che i fondi previsti dal Piano Maroni per il progetto di azzeramento dei campi «ci vengano dati per finanziare percorsi di reinserimento dei rom. Cerchiamo di evitare che si creino aggregazioni che poi diventano campi clandestini, se accade andiamo alla ricerca di accordi con gli stessi capi rom per arrivare a soluzioni condivise».
De Corato legge lintervista e invita il sindaco a fare due più due con un altro articolo, quello uscito sul Corriere della Sera poche settimane fa con il sondaggio di Renato Mannheimer sulle emergenze secondo i milanesi: «Dopo due anni, la sicurezza è tornata al primo posto. Con questo buonismo, la scelta di togliere i militari dalle strade e costringere quindi a coprire il loro lavoro con poliziotti e carabinieri che potrebbero presidiare altre zone, il livello di insicurezza è salito». Anche sul dato dei reati, preferisce ricordare i numeri diffusi a fine anno dal questore, «un aumento del 5,8% rispetto al 2010, anche il doppio per i reati di strada e predatori». La notizia che luccisione del vigile in via Varè «sia opera di nomadi slavi truffatori e ora assassini, conferma quello che i milanesi hanno avvertito da tempo, cioè la città sta diventando sempre più a rischio».
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