Continua la polemica sulla situazione della cultura a Milano. A «soffiare sul fuoco» questa volta è stato lultimo rapporto di Federculture che mette la nostra città al primo posto per investimenti culturali, seguita da Torino e Roma. Allombra della Madonnina, però, accade che le buone notizie tornino indietro come boomerang.
«Il riconoscimento degli sforzi di Milano da parte di Federculture è solo la più formidabile smentita a questa polemica - esulta trionfante lassessore alla Cultura di Palazzo Marino, Vittorio Sgarbi -. In nessuna città dItalia è possibile fare iniziative come a Milano, perché esiste sia da parte dellente pubblico che dai privati una disponibilità a investire in cultura».
Non la pensa così Pierfrancesco Majorino, consigliere comunale dellUlivo per il Pd che proprio domenica sera ha incassato un due picche dal critico, che ha disertato il dibattito, «Milano: della cultura non si sa niente» organizzato proprio da Majorino: «Sono sempre stato convinto che Milano sia ricchissima dal punto di vista culturale e lo dico da anni. Il punto è che non credo che ciò avvenga per i meriti della pubblica amministrazione, ma dei privati. Se il Comune facesse la sua parte, allora sì che Milano potrebbe diventare la capitale della cultura». Una prova? «Basta vedere quanti biglietti ha staccato Brescia per le sue mostre rispetto a Milano». Un colpo basso per lassessore Sgarbi che domenica aveva snocciolato con orgoglio i numeri della stagione di mostre in via di conclusione.
Ma la ricerca parla chiaro: «Nel previsionale 2006-08 - spiega il curatore - è evidente il grosso sforzo per la realizzazione di grandi opere in ambito culturale». «Beh è facile - ribatte Majorino -, tra il 2005 e il 2007 Palazzo Marino ha sborsato 7 milioni di euro per gli Arcimboldi. Peccato che il guadagno sia stato pressoché nullo».
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