C risi o non crisi, larte dimostra di vivere in una specie di bolla magica dove i soldi investiti sembrano sempre ben spesi. E così, mentre ieri sera si chiudevano le ultime contrattazioni nei padiglioni di Miart (il lunedì alla fiera dellarte è sempre il giorno degli addetti ai lavori), la curatrice del Settore Moderno Donatella Volontè snocciola soddisfatta i primi dati. Trentasettemila visitatori in quattro giorni sono un bilancio certo positivo, ma ancor di più lo è stata lattività delle 141 gallerie che in queste ultime edizioni sono il risultato di una selezione sempre più rigorosa. «I collezionisti hanno comprato e anche tanto -dice la Volontè- ma premiando soprattutto quegli espositori che hanno puntato sullaltissima qualità delle opere. Ho visto mercanti che in questi giorni hanno cambiato gli stand due o tre volte». Tra le opere che hanno destato maggiore interesse del pubblico nel settore Moderno, una tela di Jean-Michel Basquiat del 1982, «Heaven», prezzo dichiarato di 3,5 milioni di euro. E ancora un De Chirico del 1927 da 1,5 milioni, e un Fontana del 1964, Sette tagli blu. Diverse le opere presenti anche di Mimmo Rotella, Arnaldo Pomodoro, Alighiero Boetti, Giacomo Balla, Alberto Burri, Mimmo Paladino, Emilio Vedova, Joan Mirò.
Tra il pubblico, numerosi personaggi tra cui il sindaco Letizia Moratti, appassionata collezionista dellarte italiana degli anni 50-60. In compagnia del marito, avrebbe acquistato quattro-cinque opere tra cui il «biliardino» di Michelangelo Pistoletto («Love difference») che lha vista in partita il giorno dellinaugurazione. In fiera, nomi noti del collezionismo del nord Italia, come Paolo Consolandi (la cui collezione di libri dartista è in mostra a Palazzo reale), la direttrice di «Acacia» Gemma Testa, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo dellomonima fondazione di Torino. Non sono però mancati i collezionisti internazionali, tra cui spiccavano i 120 vip ospitati dalla Fiera e provenienti da diversi Paesi del mondo. «Ma a parte i big -dice la Volontè, che in questi anni con Alessandro Cappello ha spinto molto per la crescita della Fiera- è evidente laumento del collezionismo giovane, sempre più attento e informato, mentre i collezionisti storici, come lo stesso Consolandi, guardano ormai quasi esclusivamente ai contemporanei». Anche questanno, è stata ricca la lista della spesa del Fondo Acquisti composto da Regione Lombardia, Fondazione FieraMilano, Camera di Commercio, Fiera Milano Spa e Bpm. Il Fondo ha comprato per 200 milioni di euro opere di Stefano Arienti, Vanessa Beecroft, Simone Berti, Alice Cattaneo, Flavio Favelli, Mark Lekey, Adriano Nasuti-Wood, Diego Perrone, Alessandro Pessoli, Markus Schinwald e Grazia Varisco. Le opere, acquistate con la consulenza dei critici Massimiliano Gioni e Giorgio Verzotti, saranno donate al futuro Museo darte contemporanea.
La crisi, dicevamo, sembra non aver inciso più di tanto sulla voglia di comprare arte e neppure i prezzi ne avrebbero risentito. «Va detto -precisa Volontè- che sul mercato internazionale, larte italiana partiva da una base media relativamente bassa e qui non ho mai visto un clima da svendita. Di sana contrattazione, questo sì».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.