Paola Bulbarelli
da Firenze
Lui, il Valentino nazionale, è arrivato su Rolls Royce accompagnato da infermiere modelle in reggiseno, coulotte e tacchi a spillo. Il re del Pitti, il nostro mito a due ruote sè dato allabbigliamento (il giorno prima era stata la volta di Gabriel Batistuta) tenendo a battesimo Imatra, collezione ai nastri di partenza che prende ispirazione dallImatra Rehab Clinic (rifugio sanitario-spirituale di Savage River, in Tasmania). Questa rimetteva a nuovo rockettari, figli di papà, campioni sportivi, divi del cinema fuori di melone, laltra reinterpreta capi storici come uniformi militari, costose camicie high-class, giacche di cuoio. Si chiude alla grande insomma, questo Pitti che può vantare daver aperto il nuovo anno con un segno positivo e che ora passa lo scettro a Milano, dove da domani inizieranno le sfilate dedicate alluomo invernale del 2007.
Già, perché se il buongiorno si vede dal mattino, il Pitti di Firenze, prima manifestazione di moda del 2006, inaugura quel periodo felice tanto atteso dal settore. «Siamo molto soddisfatti dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato della fiera fiorentina - non si poteva chiedere di più. In termini di presenze sono aumentati gli stranieri, molto lOriente arrivato a Firenze». Buon umore, quindi. «Certo, perché questo Pitti è il riflesso di un 2005 positivo. Dopo tre anni di cadute ci stiamo risollevando». E così la moda, almeno quella maschile, pare proprio aver ingranato la marcia giusta per ripartire. Ne sono convinti anche gli industriali. «Il sistema moda ha perso parecchi pezzi, ma stiamo risalendo la china. Per vincere ora sul mercato ci vuole credibilità» spiega convinto Alfredo Pevarello della Pal Zileri. Certo, a voler guardare con una certa attenzione si nota che per diversi marchi le cose non sono mai andate male. Prendi la Guru, a esempio. In cinque anni il marchio della margherita è arrivata a 80 milioni di euro e al Pitti è giunto con lultimo «pargolo» del gruppo, Blue Blood (scovato da Matteo Cambi e Patrick Nebiolo), jeans olandesi che andranno a ruba e che, oltretutto, hanno avuto due madrine deccezione: Valeria Marini e Sabrina Ferilli.
Non scherza nemmeno il gruppo Geospirit (in due anni e mezzo passato da 13 a 100 milioni di euro di fatturato). Con Keyo poi (in 24 mesi da 0 a 25 milioni di euro) è stato un autentico exploit. «Abbiamo sempre puntato sulla ricerca - assicura Graziano Giannelli ad di Geospirit e Bros, marchio cui fa capo Keyo - che per noi significa investimento sul marketing, sulla comunicazione più che su nuovi capannoni. Per noi il patrimonio sono le persone. Pensi che siamo in 100 e in 65 lavorano alla ricerca». È questo il segreto del successo? Forse. Sta di fatto che probabilmente il trucco è capire in anticipo le voglie e i capricci della gente. Basta monotonia, è limperativo: «Eravamo tutti allineati continua Giannelli - tutti uguali».
E allora ecco sfornati i piumini coloratissimi con scritte e patch che ormai portano gli uomini senza distinzione detà (ma di portafoglio sì) perfetti per andare in ufficio ma anche a teatro. E poi al Pitti tante le trovate scaccia noia. Cè lAntidoping Jacket di Cantarelli: una pellicola leggerissima mutuata dallo sport mantiene costante la temperatura corporea senza alterare lo stato fisico. Cè la nuova linea Tru Trussardi; cè la Puma che con Alexander McQueen realizza una sneaker che ridisegna lanatomia del piede; cè la Diadora che la sneaker la fa in canguro o in squalo; cè lAlea che la camicia in seta la produce serigrafata; cè Zanellato che propone una straordinaria tracolla in pelle, la più leggera del mondo; cè Borsalino con il feltro da arrotolare. E a Milano? Be ci sarà il meglio del meglio dei massimi stilisti. Che per ora si scompongono, e poco, solo su qualche invitato. Eccellente. Cinquanta le sfilate in calendario fino a giovedì 19 gennaio e altrettante le presentazioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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