Milano come Roma: «Le prostitute recidive vengano rimpatriate»

Milano come Roma. Sul fronte della lotta alla prostituzione la città meneghina vorrebbe prendere esempio dalla capitale che l’altro giorno ha applicato per la prima volta il decreto di rimpatrio di comunitari per motivi di pubblica sicurezza, ad una prostituta romena. Il provvedimento del 2008 prevede l’allontanamento per comportamenti che «costituiscono una minaccia concreta, effettiva e grave ai diritti fondamentali della persona ovvero all’incolumità pubblica». Nel caso specifico, la ragazza, una ventiseienne, mai registrata all’anagrafe, era stata più volte multata e identificata durante i controlli della polizia. «Recidiva» e dedita ad un’attività illecita che crea problemi per la pubblica sicurezza, la lucciola è stata espulsa.
«Il discorso del questore è stata la migliore risposta alle tante cassandre che in questi giorni hanno dipinto scenari cupi per Milano presunto ostaggio di una criminalità in ascesa. Perché tutti i reati che destano allarme sociale sono al contrario in ritirata», dichiara il vicesindaco Riccardo De Corato sottolineando l’efficacia delle ordinanze antiprostituzione. «Su quest’ultimo versante, per dare ancora più incisività, si potrebbe operare come ha fatto recentemente la Questura di Roma che per la prima volta ha rimpatriato una prostituta romena, più volte multata e identificata per motivi di sicurezza pubblica. Sarebbe un colpo non indifferente al fenomeno. Visto che su circa 1.500 prostitute presenti a Milano, circa il 50 per cento, trans esclusi, sono romene, dunque cittadine comunitarie».
Da quando è entrata in vigore la nuova ordinanza che multa oltre ai clienti, anche le lucciole, in cinque mesi sono state fatte quasi 5mila sanzioni da 500 euro. Un provvedimento che ha ridotto, assicura il vicesindaco, «da 100 vie a circa 50 la mappa della prostituzione cittadina. Una svolta riconosciuta anche dal questore Indolfi».

Considerando che il mercato è monopolizzato dalle romene, secondo De Corato «si potrebbe pensare di rendere più agevoli i rimpatri delle prostitute straniere comunitarie, soprattutto se recidive, con una più ampia interpretazione del decreto del 28 febbraio 2008». Proprio come ha fatto il questore di Roma.

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