Milano come San Pietroburgo Il teatro riapre e parla russo

Forse, ai tempi della cortina di ferro, si sarebbe parlato dell'arrivo dei cosacchi sotto la Madonnina. Ben 240 persone, tra attori e maestranze, e 5 camion da 12 metri saturi di scenografie: a tanto ammonta la spedizione in arrivo a Milano da San Pietroburgo in occasione dell'Anno della Cultura Russa in Italia. Conferenze, mostre e soprattutto spettacoli, presentati ieri in una conferenza stampa a Palazzo Reale, animeranno l'autunno ambrosiano grazie all'«Ottobre russo al Piccolo», un festival davvero speciale che trasferirà sui tre palcoscenici del Piccolo uno spaccato di stagione teatrale sanpietroburghese. In continuità con quella tradizione di apertura e di dialogo sancita da Grassi e Strehler a partire dagli anni Cinquanta, quando la città affacciata sul Baltico si chiamava ancora Leningrado.
L'anno della Cultura Russa, per la verità, può già contare sul bell'esordio avvenuto al Franco Parenti all'insegna della riscoperta di Dostoevskij. Negli ultimi anni, saggi, film e pièce teatrali (come il pluripremiato «Demoni» allestito da Peter Stein) hanno riportato al centro del dibattito culturale questo autore di opere complesse e fluviali, in cui si affrontano interrogativi abissali sulla condizione umana.
La questione per antonomasia è ovviamente «La questione della libertà», alla quale Massimo Cacciari ha dedicato la lectio magistralis che lunedì sera, in una sala strabordante di pubblico, ha dato inizio a «Dentro l'anima russa», il ciclo di conferenze e spettacoli organizzato dal Parenti grazie all'ENI e al suo sostanzioso (nonché raro di questi tempi) contributo. Alla lezione di Cacciari, tanto serrata e vertiginosa quanto la prosa del grande scrittore russo, ha fatto seguito la lettura ad opera di un bravissimo Remo Girone delle pagine più celebri dei «Fratelli Karamazov»: quelle in cui si narra la «Leggenda del Grande Inquisitore» (repliche fino a stasera). Non è un caso poi che, tra gli eventi di cui è composta la rassegna, i più interessanti siano ispirati ai testi di Dostoevskij. Assolutamente da non perdere «La mite» (dal 3 al 20 novembre), messa in scena con straordinaria sensibilità da Roberto Trifirò, e «L'idiota» (dal 21 al 23 ottobre), allestito da una star del panorama teatrale internazionale, Eimuntas Nekrosius.
Il programma del festival «Ottobre russo al Piccolo - La stagione teatrale di san Pietroburgo a Milano» contempla la presenza di un altro grande protagonista del teatro dell'est europeo, Lev Dodin: saranno sue le regie delle «Tre sorelle» di Cechov (allo Studio Expo dal 20 al 22 ottobre), dell'adattamento del romanzo di Vasilij Grossman, «Vita e destino» (al Grassi il 24 e 25 ottobre) e di «Zio Vanja» (al Grassi dal 28 al 30 ottobre). Lo spettacolo di apertura della rassegna, «Pro Turandot» (allo Studio Expo il 10 e 11 ottobre), è invece affidato al giovane e dirompente Andreij Mogucij, enfant terrible dell'attuale scena russa. Semion Spivak, il regista più amato dal giovane pubblico sanpietroburghese, firma invece «Kasatka - La rondine» (il 14 e 15 ottobre), un'anomala commedia d'amore ambientata in una Russia dal profilo ancestrale.
Il 2011 non è solo l'anno della Cultura Russa in Italia, ma anche quello della Cultura Italiana in Russia. Due spettacoli-simbolo del teatro italiano, e milanese in particolare, sono attualmente in tournée nei territori ex-sovietici. Lo strehleriano «Arlecchino servitore di due padroni» è impegnato in un tour che tocca sei città siberiane in pieno sviluppo economico.

La compagnia marionettistica Carlo Colla e Figli, da domani fino al 3 ottobre, porterà invece nei teatri di Mosca, Krasnoyarsk e Novossibirsk la sua speciale versione del «Trovatore»: una particolarissima e sorprendente messinscena del capolavoro verdiano, riletto alla luce di quella tradizione marionettistica così cara alla cultura russa.

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