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È a Milano la scuola più dura: bocciato uno studente su sei

Anche dopo le prove dei corsi di recupero la scuola milanese conferma il massimo rigore: stando ai dati resi noti ieri dall’ufficio scolastico regionale la percentuale dei bocciati a Milano tra giugno e settembre raggiunge quota 16,5, vale a dire due punti in più rispetto alla media nazionale. Agli scrutini di giugno risultava che al 30 per cento degli studenti era stato imposto di recuperare una o più insufficienze per poter accedere alla classe successiva. E agli esami di riparazione l’8 per cento dei rimandati non ce l’ha fatta e dovrà ripetere la classe. Particolarmente severa la valutazione nelle scuole statali dove la percentuale dei bocciati sale al 9,1, contro il 5,2 delle scuole private paritarie. Un fenomeno che crea qualche difficoltà ai dirigenti scolastici che in questi giorni stanno definendo gli organici. Le bocciature, infatti, fanno scendere il numero degli iscritti per classe, quindi si rende necessario distribuire i «superstiti». Così è ancora da definire il «fabbisogno» di supplenti. Intanto va in Parlamento il caso dello Studium, la scuola paritaria che senza alcun preavviso ha lasciato per strada oltre 200 studenti. La senatrice del Pd Marilena Adamo ha indirizzato un’interrogazione al ministro Mariastella Gelmini: «La vicenda solleva importanti questioni che vanno al di là dei rilievi penali, evidenziando la mancanza di un sistema adeguato di controllo e valutazione delle scuole private. Non si può spiegare altrimenti il fatto che studenti e genitori abbiano avuto contezza soltanto ai primi di settembre della inoperatività della scuola, per la quale avevano pagato regolarmente la retta d’iscrizione (...).

E questo nonostante che dei 28 insegnanti in servizio ben 25 si sarebbero licenziati entro lo scorso giugno e vi sarebbe stato un avvicendamento nella gestione della scuola». Da qui la richiesta che venga aperta un’indagine.

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