Estate, tempo di festival: non cè borgo della penisola che non ospiti eventi culturali per la bella stagione.
Poche però sono le manifestazioni che si distinguono per qualità dellofferta e risposta del pubblico: uno di questi è il Festival della Mente di Sarzana, che questanno si tiene dal 29 al 31 agosto nella cittadina in provincia di La Spezia.
Appuntamento dedicato alla creatività e con ospiti deccezione come lattore Toni Servillo, lo storico Carlo Ginzburg e il sociologo Marc Augé, il Festival della Mente è un prodotto made in Milan, creato e diretto da Giulia Cogoli, «una milanese felice di esserlo».
Con un passato nel mondo delleditoria a casa Mondadori, Giulia Cogoli è da cinque anni anima, con le sue 31mila presenze all'ultima edizione e un indotto sul territorio pari a 3 milioni e 500mila euro, di uno tra gli eventi culturali più vivaci del panorama nazionale.
La incontriamo nel suo studio di Milano, per parlare dello stato della creatività nella nostra metropoli, in vista dellExpo che verrà.
Giulia Cogoli, pensa che lExpo rappresenti unoccasione culturale per Milano?
«Non sarà un evento solo milanese, ma coinvolgerà, per come è stato presentato, tutta la nazione.
Avrà una ricaduta positiva su tutto il Paese e credo che gli anni, non poi così tanti, che ci separano dallExpo siano importanti: levento si realizza in progressione, e a Milano lo si è già visto con lorganizzazione del recente Festival dellAmbiente, solo un mese e mezzo dopo la vittoria su Smirne».
Che cosa si aspetta dall'Expo?
«Che succedano delle cose. Non tanto servizi o infrastrutture, ma eventi: il problema di Milano è che manca un coordinamento.
La città pare incapace di mettere a sistema le sua tante attività, perché Milano ha, sotto il profilo culturale, evidenti eccellenze, ma anche grandi lacune».
Cominciamo dalle prime
«La Scala, di cui apprezzo la direzione di Lissner, attenta alla musica contemporanea, finora inspiegabilmente assente dalla scena cittadina. Anche molti altri teatri stanno lavorando bene».
Dove sono i buchi?
«Penso, ad esempio, allarte contemporanea: molto è lasciato in mano ai privati, e per fortuna che ci sono. Gallerie e fondazioni come la Mazzotta operano in modo molto intelligente, ma nel settore pubblico ci sono alcune lacune.
Temo che sarà difficile realizzare un museo darte contemporanea perché le grandi collezioni sono andate altrove e oggi le quotazioni di mercato sono alle stelle».
Lei ha lavorato molto nell'editoria: anche lì le cose non vanno?
«Si potrebbe fare di più. La Fondazione Mondadori, così come la Fondazione Corriere della Sera, stanno facendo molto e bene, ma non posso tralasciare il fatto che a Milano, capitale dell'editoria, non esiste un festival, una fiera del libro, un corso adeguato di scrittura creativa e nemmeno un luogo deputato all'editoria. DallExpo mi aspetto una rinascita di questo settore, perché non servono venti presentazioni di libri al mese, ma modi diversi di promuovere la lettura e di far incontrare gli autori e il pubblico».
Ad esempio?
«Un museo delleditoria, che spieghi a tutti, compresi i più piccoli, che cosè un libro, e che si trasformi in un luogo di ritrovo per gli addetti ai lavori»
Lei sta mettendo a punto in questi giorni la quinta edizione del Festival della Mente: perché ha scelto di realizzarlo a Sarzana e non nella città dove vive e lavora?
«La nascita a Sarzana è conseguente a uno studio di fattibilità promosso della Fondazione Carispe, illuminato mecenate della manifestazione.
I festival culturali funzionano nei piccoli centri perché è più facile che si realizzi, nel pubblico e negli ospiti, la percezione di partecipare a un unicum comune. Ciò detto, il Festival della Mente viene ideato qui a Milano, anche grazie agli stimoli che la città mi offre»
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.