Milano spegne le luci

Milano di notte è buia, troppo buia. I milanesi forse non se ne accorgono neppure, ma provate a fare un tour della città, guardandovi intorno con gli occhi del turista. Certo, vedrete qualche monumento ben illuminato: dal Castello Sforzesco ai palazzi di piazza Duomo, dall'Arco della pace ai caselli di Porta Venezia. Molti edifici pubblici, però, restano tristemente in penombra. Forse è una scelta, non sappiamo se improntata al risparmio energetico o alla discrezione. Ma a Milano molti sono anche i palazzi privati che vantano splendide facciate: in corso Venezia o corso Italia, in via Manzoni o in corso Magenta. Facciate che in altre città, meno fissate con l'understatemant, verrebbero certamente valorizzate da una illuminazione adeguata. Ma qui forse la questione è più banale: chi paga? Il problema non riguarda solo palazzi e monumenti. Anche le strade sono poco illuminate. La cerchia dei Navigli ad esempio: via Visconti di Modrone, via San Damiano e via Senato sono quasi buie. Alcune riescono a godere di luce riflessa dalle vetrine, ma non basta. Tutta la città, in centro come in periferia, va illuminata di più, molto di più e l'impegno dell'Aem in questo senso non sembra sufficiente. Basta fare un giro di notte a Londra o a Parigi o a Berlino per capire di cosa stiamo parlando.

La luce è vita, gioia, sicurezza e una città è ben illuminata se ha l'orgoglio di mostrarsi perché si sente bella. Milano deve liberarsi di certi ingiustificati complessi da «bruttina stagionata». Ha una sua bellezza raffinata, austera e difficile che proprio perciò ha bisogno di più luce.

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